Alti livelli di radioattività a Tokio e nella prefettura di Chiba, a 200 km dalla centrale di Fukushima

«Questi nuovi test mostrano che la dispersione del materiale radioattivo fuoriuscito dalla centrale di Fukushima è più ampia e più grave di quanto si pensasse. – commenta Salvatore Barbera, responsabile della Campagna nucleare di Greenpeace Italia – Il fatto che le autorità locali stiano cercando di decontaminare la zona usando idranti ad alta pressione, disperdendo ancor più il materiale radioattivo invece di rimuoverlo, è il segno che non hanno ricevuto il necessario supporto dal governo centrale e che stanno operando senza seguire le normali linee guida in caso di contaminazione nucleare.»
Greenpeace ritiene assurda l’intenzione del Primo Ministro Noda di far ripartire i reattori nucleari prima che venga completata l’investigazione sulle cause e le conseguenze della triplice fusione del nocciolo avvenuta sette mesi fa nella centrale di Fukushima. «Il rapporto Energy [R]evolution, presentato da Greenpeace a metà settembre, mostra che il Giappone è in grado di abbandonare completamente l’energia nucleare già dal 2012 senza venir meno ai propri obiettivi di riduzione di gas serra. Una vera rivoluzione energetica è l’unica via per il Giappone, come per il resto del mondo, per abbandonare definitivamente l’energia dell’atomo e garantire sicurezza energetica basata su fonti di energia sicure e pulite» conclude Barbera.
