I Comuni inclusi nei SIN sono oltre 300, per un totale di circa 9 milioni di abitanti. Ricordiamo che tra questi c’è anche Taranto. Proprio quando i dati sul pesante impatto sanitario della mancata bonifica di queste aree cominciano a essere accessibili (con almeno 10 mila morti attribuite alla contaminazione dei SIN), le risorse finanziarie destinate dal Governo alle bonifiche sembrano dileguarsi, aprendo la strada a gestioni emergenziali e ipotesi di “condono”, come quella introdotta dall’art. 2 della L. 13/2009, che portano a “scorciatoie” pericolose per salute e ambiente.
«Greenpeace si oppone fermamente a qualsiasi ipotesi di “condono” per i danni causati finora dai SIN e dalla loro mancata bonifica. Si tratta di una strage che deve essere fermata. La concessione di un condono tombale agli inquinatori è inaccettabile, soprattutto per i cittadini coinvolti», ha detto Federica Ferrario, che ha condotto la ricerca per Greenpeace.
Greenpeace ritiene che le bonifiche possano favorire ricerca e innovazione, creare occupazione e salvaguardare territorio e salute umana. Per trasformarle da problema a opportunità ci sono però alcuni passaggi obbligati: la fine della gestione emergenziale, l’abolizione dell’art. 2 della L.13/2009, un Piano Nazionale per le bonifiche dei SIN che miri a investimenti legati a efficienza e sostenibilità, certezza sulle risorse finanziarie da parte del Governo e soprattutto un confronto aperto con le rappresentanze di cittadini, sindacati e associazioni ambientaliste.
Oggi Greenpeace ha reso pubblici anche gli ultimi aggiornamenti sulla bonifica dell’ex-Sisas di Pioltello-Rodano, un esempio lampante della situazione attuale dei SIN e dell’inadeguatezza della gestione emergenziale. Dopo aver documentato le irregolarità e i mancati trattamenti nella gestione dei rifiuti tossici esportati in Spagna, Greenpeace solleva interrogativi sui quantitativi, la classificazione dei rifiuti movimentati e sui siti di smaltimento finale. L‘indagine in corso della Procura della Repubblica di Milano a carico del Commissario Luigi Pelaggi per una presunta tangente di 700 mila euro pagata dalla società Daneco Impianti, e le ipotesi di declassamento dei rifiuti per risparmiare sui costi della bonifica, non fanno che confermare la necessità di soluzioni diverse da quella emergenziale.
Cliccando qui è possibile scaricare il Rapporto SIN Italy curato da Greenpeace
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