La situazione era ormai insostenibile. Dopo la sospensiva dell’efficacia della sentenza del Tar del Lazio da parte del Consiglio di Stato e la mancata conversione in legge del decreto governativo sull’emergenza napoletana, il flusso dei rifiuti dalla Campania all’Italcave è ripreso massiccio e senza i rigidi controlli previsti dall’atto di intesa del dicembre scorso.
“Notevoli sono anche i dubbi – aggiunge Leo Corvace del direttivo di Legambiente Taranto – circa la conformità dei rifiuti alle specifiche autorizzative dell’Italcave. La stessa Regione ha infatti denunciato come da controlli effettuati dall’Arpa sarebbe stata rilevata, tra quelli conferiti nei giorni scorsi, la presenza di rifiuti solidi urbani addirittura non trattati; probabilmente all’origine dell’insopportabile lezzo che si registra soprattutto di sera nei pressi della discarica e che ci è stato segnalato da molti, preoccupati cittadini”.
Se confermato, grave sarebbe che questi rifiuti siano privi della certificazione inerente la contaminazione da diossine e furani. Il Consiglio di stato deve inoltre pronunciarsi, il prossimo 6 dicembre, sul quesito se i rifiuti solidi urbani trattati presso gli impianti Stir della Campania siano da considerarsi o meno rifiuti speciali. Per il Tar del Lazio, in base alla legge 4/2008, continuerebbero a qualificarsi come RSU (rifiuti solidi urbani) e quindi non sarebbero smaltibili presso l’Italcave.
Tenendo infine conto delle indagini in corso da parte della procura antimafia di Lecce su questi trasporti, ne risulta un quadro complessivo che giustifica in pieno il provvedimento della Regione. “Ma non basta – concludono i due rappresentanti di Legambiente – occorre una accelerazione della procedura di revisione del rilascio dell’AIA all’Italcave per verificare se, come da tempo sostiene Legambiente, siano venuti meno i presupposti per il suo mantenimento”.
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