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La fuga di gas e lo zampino dell’Eni. Il comunicato stampa di Arpa Puglia

TARANTO Dopo l’ennesima fuga di gas che ha ammorbato l’aria di Taranto costringendo alcuni dipendenti del Sert operanti nell’ospedale Testa, a pochi passi dalla Raffineria Eni, a rivolgersi al Pronto Soccorso, Arpa Puglia spiega con un comunicato stampa cosa ha potuto accertare.

In data di ieri, 27 settembre 2011, si è registrato a Taranto un fenomeno di dispersione di sostanze odorigene, che ha interessato varie zone della città. I tecnici del Dipartimento Provinciale ARPA di Taranto sono intervenuti prontamente, anche grazie alla vicinanza della sede del Dipartimento ARPA di Taranto (l’Ospedale Testa) con la sorgente delle emissioni, accertando che la dispersione si è originata verosimilmente dalle operazioni di caricamento di greggio dalla Raffineria ENI su una nave collocata nel Porto Mercantile. Nonostante il sistema di recupero dei vapori presente sul sistema di caricamento del pontile fosse in funzione all’atto del sopralluogo, questo non è stato in grado di assicurare un efficace abbattimento delle sostanze odorigene emesse durante le operazioni. In conseguenza dell’intervento di ARPA, alle ore 8 le operazioni di caricamento del greggio sulla nave sono state sospese. Tuttavia, il regime dei venti, che ha avuto nel corso della giornata del 27 un andamento variabile (prima da sud, poi da nord-ovest, poi nuovamente da sud) con una velocità del vento non elevata, tale da non consentire una rapida diluizione, ha fatto sì che la “bolla” di aria con presenza di sostanze odorigene si sia spostata, in successione, su varie zone della città, continuando a produrre disturbi, allarmi e lamentele. L’esame dell’andamento degli inquinanti rilevati dalla rete di qualità dell’aria gestita da ARPA ha evidenziato un valore particolarmente alto di benzene e, in minor misura, di toluene nell’aria alle ore 4,00 presso la centralina di via Machiavelli ed un incremento della concentrazione di H2S dalla ore 6, con un dato invalido alle ore 5, che potrebbe essere dovuto ad un valore istantaneo troppo elevato, che ha mandato in saturazione il sensore. Ciò conferma che la dispersione delle sostanze organiche, con prevalenza di quelle più bassobollenti (più volatili), e dei composti odorigeni solforati è iniziata nelle primis sime ore della giornata, interessando prima le aree limitrofe al porto e all’area industriale, e quindi le altre zone della città. L’attività di indagine sul fenomeno accaduto e sulle sue cause, da parte del Dipartimento ARPA di Taranto, è tuttora in corso. Inoltre, al fine di accertare la funzionalità degli impianti di abbattimento a bordo della nave, è stato richiesto l’intervento della Capitaneria di Porto. Degli esiti saranno informati tutti i soggetti interessati.

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