TARANTO – Parto da una premessa. Se l’Ilva sta avvertendo la necessità di agire con una campagna comunicativa che invade quasi tutti i media significa che vive una fase critica, caratterizzata da una forte impopolarità. Anche il tentativo di interfacciarsi con una parte della comunità ionica (quella che ritiene degna della sua considerazione) va letto come un segnale di debolezza. Oggi, il colosso siderurgico sa che la gente è più informata e documentata. Merito delle associazioni ambientaliste, di alcune testate giornalistiche, di singoli giornalisti che rispondono solo alla loro coscienza e ai loro lettori, di medici coraggiosi e intellettuali controcorrente. Il Gruppo Riva ha dalla sua il denaro e relazioni più o meno solide con settori importanti dell’ec0nomia, della politica, del sindacato, della comunicazione, della Chiesa, ma ciò non basta. Vuole stabilire un contatto con l’opinione pubblica e per farlo le tenta tutte. Arriva ad organizzare convegni che poi si rivelano addirittura controproducenti. Non è sufficiente far calare in riva allo Jonio “professoroni”, “esperti” o “luminari” più o meno noti. Per averne la riprova basta vedere alcuni video contenuti nella pagina del Centro Studi Ilva indicata di seguito. Le argomentazioni che vengono fuori, alla fine, scatenano nello spettatore più “consapevole” reazioni contrarie a quelle auspicate dall’azienda. Provare per credere. Buona visione!
Alessandra Congedo
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