Nell’interpellanza si spiega che in seguito alla rilevazione di valori elevati di Pcb e di diossine è stata vietata la vendita del prodotto allevato nel primo seno del Mar Piccolo. In proposito si sottolinea la responsabilità di decenni di attività industriale che hanno inquinato le acque. Oltre alle misure di sostegno per il comparto tarantino, si chiede di conoscere quali sono le informazioni che la massima assise legislativa europea dispone in proposito ed in che modo abbia intenzione di sollecitare il Governo italiano e le istituzioni locali allo scopo di assicurare la piena informazione sulla situazione sanitaria, ambientale ed alimentare.
Il documento si conclude chiedendo se non si ritenga che, facendo leva sul riconoscimento dello “stato di crisi” del mercato, possano essere autorizzate misure nazionali straordinarie a tutela della produzione e del lavoro come il rinvio delle scadenze contributive, fiscali, bancarie e la riduzione degli oneri previdenziali per gli allevatori colpiti da questa emergenza.
Ecco il testo dell’interpellanza.
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