Abbiamo interloquito a lungo con esperti della Sanità tarantina – continua Pugliese – e grazie alla loro preziosa consulenza, ci sentiamo di affermare che il progetto San Raffaele non nasce da uno studio epidemiologico meticoloso e documentato inerente il bisogno di salute reale della popolazione della provincia di Taranto. Come può – si chiede dunque il Segretario della Uil regionale – un progetto ospedaliero di nuova fondazione, concepito perché vi afferisca in massima parte le gestione della Sanità provinciale, essere, nel contesto di qualsiasi ottica valutativa, credibile se non dimostra affatto, in fase di presentazione, di conoscere, sia nella visione d’insieme che nel dettaglio, quale sia il fabbisogno epidemiologico reale del bacino d’utenza che è chiamato a servire? Come può un ‘know how’ gestionale sanitario ospedaliero che si è dimostrato catastroficamente fallito a casa propria, ovvero a Milano, dimostrarsi modello credibile di ‘know how’ d’eccellenza in casa altrui? Cosa deve imparare la Sanità tarantina da chi sprofonda in debiti mai conosciuti dalla Sanità privata nazionale?
Anche qualora si sia deciso di sperimentare nuove soluzioni gestionali di rapporto pubblico, considerato che i soldi spesi sono dei cittadini, perché non si provvede a bandire una gara a livello nazionale e di coinvolgere il Gemelli di Roma o la Casa Sollievo della Sofferenza, piuttosto che la Mayo Clinic statunitense, invece di imporre il San Raffaele di Milano? Si sostiene che devono essere chiusi due ospedali (SS Annunziata e Moscati) per farne uno solo con meno posti letto: com’è possibile sostenere di chiudere 2 pronto soccorso, 2 rianimazioni, 2 Utic, 2 chirurgie per realizzare una sola struttura per ciascuna di queste, quando oggi il sistema dell’emergenza, territoriale ed ospedaliero, semplicemente scoppia, riuscendo a trovare con estrema ed ingolfata sofferenza adeguate sistemazioni di collocazione ospedaliera e di risposta di appropriato percorso assistenziale ai pazienti acuti e critici della provincia?».
Alla Regione che afferma la necessità dell’operazione San Raffaele per sopperire alle lacune della Sanità tarantina, Pugliese risponde con un’altra domanda: «In questi sei anni, non hanno scelto forse loro i manager della Sanità ionica? Se di lacune dobbiamo parlare – conclude il Segretario della Uil – ci si deve riferire alle lacune sanitarie di tutta la regione, con il conseguente piano di rientro imposto dal Governo centrale per evitare il commissariamento. Sulla materia della Sanità, la Regione dovrebbe fare esclusivamente un mea culpa e cercare, in futuro, di non ripetere pastrocchi come quello del San Raffaele».
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