Per i Verdi concedere l’Aia all’Ilva significa consentire dei profili di forte illegittimità. L’elenco delle cose che non vanno è lunghissimo: 1) Scompare la rete di monitoraggio esterna alla cokeria, importante per rilevare le emissioni di Ipa e del pericolosissimo benzo(a)pirene; 2) Viene depotenziato il sistema di video registrazione delle emissioni diffuse e fuggitive; 3) Vengono aumentati i limiti per i macroinquinanti, tra cui le polveri, ossidi di azoto e di zolfo; 4) Il monitoraggio di sostanze come cadmio, cromoesavalente, mercurio, arsenico non avviene alla fonte di emissione ma allo sbocco a mare quando le sostanze sono diluite; 5) Non esiste la copertura del Parco minerali e si lascia al solo barrieramento la soluzione; 6) Non è previsto nessun sistema di abbattimento degli inquinanti che escono dai camini delle cokerie: tutti possono vedere il fumo nero che esce dai camini (una controdeduzione Ilva accolta dalla Regione); 7) Non è previsto il monitoraggio in continuo degli Ipa (Idrocarburi policiclici aromatici): 8)Viene aumentata la capacità produttiva 15 milioni tonnellate a cui corrisponde un aumento dell’inquinamento; 9) Non è previsto il campionamento in continuo della diossina che consentirebbe di controllare 24 ore su 24 per tutto l’anno le emissioni di diossina in uscita dal camino E312: su questo punto tutto viene rimandato a tavoli tecnici (altra controdeduzione dell’Ilva accolta dalla Regione).
«Spiace constatare che nell’area dove si produce oltre il 90% della diossina italiana siano state le autorità giudiziarie ad occuparsi dell’inquinamento mentre le istituzioni, in particolar modo la Regione, continua a non rispondere sull’indagine epidemiologica che abbiamo chiesto da oltre un anno. Sarebbe poi il caso – ha continuato Bonelli – che la Regione Puglia rispondesse sul perché si sono accumulati 29 mesi di ritardo sul campionamento in continuo della diossina. Quando partirà esattamente?». Per il presidente dei Verdi non ci sono dubbi: «L’Aia è un vero e proprio schiaffo a Taranto che ormai è diventata una delle città più inquinate d’Europa. Per questa ragione abbiamo chiesto un incontro al Commissario all’Ambiente della Commissione Ue, Janez Potocnik, perché l’Europa deve occuparsi concretamente della città e della salute dei cittadini che da decenni sono costretti a convivere con l’inquinamento. Vogliamo impedire – ha concluso il leader del ‘Sole che ride’ – che il cimitero di Taranto diventi più grande di Taranto stessa».
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