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Centrale Enipower, il Comune si ricorderà di aver sottoscritto il Patto dei Sindaci per la riduzione della CO2?

TARANTO – Il 23 aprile 2009 il Consiglio Comunale di Taranto ha deliberato l’adesione formale al Patto dei Sindaci sulla riduzione dell’anidride carbonica. Si legge in quella delibera approvata all’unanimità dei consiglieri presenti: “Entro dodici mesi dall’adesione formale, la Città di Taranto si impegna a deliberare un Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile, documento nel quale far convergere le iniziative che la Città e gli attori pubblici e privati che operano nel territorio e che saranno direttamente coinvolti nel patto, intendono attuare per raggiungere l’ambizioso obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2”. Il piano, in base a quanto ci è stato riferito dall’assessore comunale all’Ambiente Sebastiano Romeo, non sarebbe mai stato messo su carta.

Ma facciamo un passo indietro. Il 19 marzo 2007, l’Unione Europea ha adottato il documento “Energia per un mondo che cambia” impegnandosi unilaterlamente a ridurre le proprie emissioni di CO2 del 20% entro il 2020, aumentando nel contempo del 20% il livello di efficienza energetica e del 20% la quota di utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili all’interno del mix energetico. Il 29 gennaio 2008, in occasione della Settimana Europea dell’Energia sostenibile, la Commissione Europea ha lanciato il “Patto dei Sindaci” con lo scopo di coinvolgere le comunità locali ad impegnarsi in iniziative per ridurre nella città le emissioni di CO2 del 20% attraverso l’attuazione di un Piano d’Azione che preveda tempi di realizzazione, risorse umane dedicate, monitoraggio, informazione ed educazione.

Ebbene, a fronte di tutto ciò, viene spontaneo chiedersi: cosa ha fatto il Comune ionico per attenersi a questi impegni? Ma soprattutto: come si concilia questa volontà di ridurre le emissioni di CO2 sul proprio territorio con un possibile parere positivo alla realizzazione della nuova centrale Enipower che prevede per le emissioni di CO2 il passaggio

dalle attuali 560.000 tonnellate annue a 970.000 tonnellate? Nel corso della riunione della commissione Ambiente dello scorso 12 maggio, che ha visto il confronto con i dirigenti di Enipower, il sindaco ha ricordato l’impegno assunto col Patto dei Sindaci.

Ma questa traccia di memoria resisterà? E’ ovvio dubitarne dopo aver letto il resoconto della riunione della Consulta dello Sviluppo, presieduta dal presidente della Provincia Gianni Florido e dal sindaco Stefàno, tenutasi lo scorso 7 giugno. In merito al progetto della nuova centrale Enipower, la Consulta si è espressa così: “per garantire la massima condivisione ed informazione dei cittadini di Taranto al processo desionale, la Consulta organizzerà su impulso e convocazione del sindaco, una riunione tecnico-scientifica alla quale saranno invitati a partecipare esperti di comprovata esperienza in rappresentanza del mondo istituzionale, delle forze sociali e dell’associazionismo ambientalista”. Poi, si legge: “dopo aver acquisito il dato della sostenibilità ambientale dell’investimento, gli enti locali interessati, a partire proprio dal Comune, si esprimeranno in maniera definitiva sulla fattibilità del progetto e, di conseguenza, si attiveranno per il rilascio delle autorizzazioni necessarie e propedeutiche alla realizzazione, nel più breve tempo possibile, della centrale”.

Da queste parole si evince che i giochi sono già stati fatti e che l’impegno per la riduzione della CO2 sottoscritto col Patto dei Sindaci è già stato rimosso.

 Alessandra Congedo

 

 

 

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