Un presidio per chiedere una corretta informazione pubblica nelle reti Rai sui Referendum del 12 e 13 giugno e una rapida approvazione del regolamento allo studio in Commissione di Vigilanza Rai, passaggio che, per legge, doveva essere già compiuto da tempo.
Un ritardo ingiustificabile e che si traduce con un vero e proprio scippo di democrazia, in linea con la cortina fumogena predisposta dal Governo in materia di referendum. Tutti contro il quorum insomma, al diavolo la democrazia e il concetto stesso di servizio pubblico di informazione. Va infatti ricordato che le reti Rai, anche senza regolamento approvato dalla Vigilanza, possono occuparsi di referendum rispettando le regole della par condicio. Per questo i Comitati Referendari, dopo un breve colloquio con il dirigente Melchionna (Relazioni Istituzionali), hanno formalmente richiesto un incontro con i vertici della televisione pubblica e inviato un appello ai commissari della Vigilanza e ai direttori delle testate giornalistiche Rai.
Intanto, in tutta Italia, decine di presidi sono stati organizzati, tra ieri e oggi, davanti alle prefetture e alle sedi Rai regionali. Ovunque è stato lanciato lo stesso messaggio: vogliamo che i cittadini vengano informati, vogliamo che sappiano che i referendum ci saranno e come sarà possibile votare. Una mobilitazione che continuerà nei prossimi giorni, a partire dal 3 maggio (ore 14.00) davanti alla Commissione di Vigilanza Rai e il 5 maggio (ore 11.00) davanti a Montecitorio.
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