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Referendum Ilva, Taranto Futura ricorre al Consiglio di Stato

«Domani celebreremo il lutto della democrazia e della libertà». E’ duro l’avv. Nicola Russo, coordinatore di Taranto Futura, alla vigilia di una data che avrebbe dovuto essere storica. Era fissato per il 27 marzo, infatti, il referendum consultivo sulla chiusura parziale e totale dell’Ilva. Un’occasione senza precedenti per i tarantini che avrebbero avuto finalmente la possibilità di dire la loro su una questione estremamente complessa.

«Putroppo – ha sottolineato l’avv. Russo – i ricorsi di Ilva, Cgil, Cisl e Confindustria hanno impedito ai cittadini di esprimere un parere che era solo consultivo, privo di qualsiasi conseguenza giuridica. Noi, però, non ci fermiamo. Abbiamo già preparato un ricorso al Consiglio di Stato che sarà notificato nei prossimi giorni. Se dovesse andar male, siamo pronti a ricorrere alla Corte di Cassazione e alla Corte di Giustizia Europea».

Taranto Futura ha lanciato anche un’altra sfida: «Abbiamo diffidato la commissione Ippc e il Ministero dell’Ambiente affinchè il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale all’Ilva sia subordinato al rispetto di un limite di emissione di diossina pari a 0,1 ng/m3, come prevede il Protocollo di Aarhus e un’ordinanza del Tar di Lecce (n. 417/2008)».

Alessandra Congedo

admin

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  • sono solo dei bastardi che speculano sulla salute dei bambini.....Riva mettitela di fronte casa la tua Ilva...fai respirare ai tuoi cari quello che fai respirare ai tarantini....sei solo un bastardo,prima o poi pagherai per quello che hai fatto,insieme a quelli che chiudono gli occhi

  • speriamo che vada in porto almeno il ricorso al consiglio di stato... questa città ha il sacrosanto diritto di dire come la pensa!!!

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