Uno Maggio, D’Amato (M5S): “Facciamo capire all’Italia che a Taranto la musica è cambiata”

Riondino Taranto Uno MaggioRiondino Taranto Uno Maggio
«Non è un caso che il vero Primo Maggio sia ormai quello di Taranto. Da quattro anni è così». Lo afferma Rosa D’Amato, eurodeputata M5S, che aggiunge: «Certo, una intera generazione di italiani, soprattutto l’avanguardia che della musica ha fatto anche uno stile politico e di vita, è cresciuta col fascino dell’appuntamento musicale capitolino, inutile negarlo. A migliaia, da ogni parte d’Italia sino a quattro anni fa, giovani (e anche meno giovani) si sono messi in marcia con ogni mezzo, destinazione Roma, pur di prendere posto in piazza San Giovanni e partecipare dal vivo alla maratona musicale».

Continua la D’Amato: «Di fronte a un palco griffato dalla triplice, migliaia di ragazzi, il Primo Maggio di ogni anno, a Roma, si sono sentiti uniti. Fieri e convinti di essere all’opposizione del Governo di quel momento: purtroppo, hanno spesso dimenticato di essere a San Giovanni su invito del sistema che stavano contestando. Questo equivoco a Taranto non lo corriamo.

Da noi, in Puglia, nella città che ha tremila anni di storia e appena 50 di acciaio (altro che vocazione industriale) il Primo Maggio è un concerto con le idee chiare, le parole forti, il tono adeguato e la piattaforma salda, ferma sulla realtà. “Una città da salvare” recita lo striscione che campeggia nel Parco Archeologico del capoluogo ionico.

A Taranto, grazie all’impegno del Comitato dei Liberi e Pensanti e del movimentismo sociale e solidale che ruota attorno a questo grande evento, ci si incontra il Primo Maggio per ribadire e puntellare un concetto di fondo: TARANTO ha una sua coscienza civile, TARANTO sa che quel che vuole, TARANTO si batte per ottenere finalmente ciò che vuole: VIVERE di terra, di mare e di luce propria. Ma soprattutto respirare.

Dunque, trarre profitto dalla storia, declinare in tutti i modi possibili le tradizioni, scompaginare il canovaccio del Governo, demolire i decreti salva Ilva, liberare la comunità dal ricatto occupazionale che ancora strozza le (troppe) voci timide, approdare finalmente sull’Isola (la Città Vecchia)  e dichiararla una volta per tutte libera da speculazioni e false promesse, cantare a squarciagola che qui di lavoro si muore ogni giorno, lentamente, ogni giorno! Cantare, ballare, urlare, riflettere e far capire all’intero Paese che a Taranto la musica è cambiata.  Questo è il Primo Maggio tarantino. Non ci sono equivoci. Taranto Libera».

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