Referendum, tutti i dubbi di Spataro sulla riforma della Costituzione

Abbiamo già affrontato nelle scorse settimane il tema del referendum costituzionale che si dovrebbe tenere, salvo possibili rinvii, ad ottobre 2016, evidenziando quegli aspetti che, a detta di tanti esperti costituzionalisti, risultano essere i punti critici della riforma e quindi meritevoli di approfondimento, certi che, in poche occasioni come questa, un voto può incidere davvero tanto sui fondamentali della nostra democrazia di cui la costituzione è garanzia.

Ieri, presso il Salone della Provincia, illustre ospite del Comitato tarantino per il NO al referendum costituzionale, il Procuratore Capo di Torino Armando Spataro, convinto sostenitore della necessità di bocciare la riforma su cui voteremo il prossimo autunno.

Magistrato nato a Taranto, il dott. Spataro si è occupato nella sua carriera di grandi inchieste legate alla mafia siciliana, al terrorismo e a mani pulite, entrando a far parte del pool di Milano, coordinato dal Procuratore Generale Borrello, dopo l’abbandono di esso da parte di Antonio Di Pietro.

In una sala completamente piena, con tanta gente addirittura in piedi, a introdurre il Procuratore e a stimolare il suo intervento sui vari aspetti della riforma, il bravo Mimmo Mazza, Caporedattore della Gazzetta che ha iniziato col chiedere all’ospite cosa pensasse delle accuse di politicizzazione della carica di magistrato di cui è stato da qualcuno accusato.

Spataro si è detto sorpreso per queste polemiche. Già nel 2006, tanti magistrati entrarono nel dibattito delle riforme di allora e non vi furono particolari critiche. La Costituzione, secondo il Procuratore, non è un documento di partito, ma una cornice all’interno della quale tutti i cittadini vivono e anche i magistrati hanno tutto il diritto di difenderla, così come qualunque cittadino.

“Essa è alla base della democrazia e regola i rapporti dei Poteri dello Stato: una sua riforma non può avere l’etichetta di riforma del Governo”. Il Procuratore ha evidenziato che è stato, invece, proprio il Governo a politicizzare la riforma, legando la sua eventuale approvazione referendaria alle sorti della attuale Legislatura. La politicizzazione voluta dal Governo, in sintesi, rischia di distrarre l’attenzione dalle vere questioni di merito, riducendo il tutto ad un SÌ o ad un NO a Renzi.

Il Procuratore ha poi evidenziato quanto poco spazio venga concesso alle ragioni del NO da giornali e televisioni, e ha criticato sia chi non prende posizione, forse per non esporsi, sia chi promuove la riforma ritenendo che il “meglio questo che niente” sia accettabile.

Incitato a riflettere da Mimmo Mazza sulla legittimità della riforma, il dott. Spataro ha espresso i suoi dubbi legati soprattutto alla legittimità degli eletti in Parlamento con una legge elettorale (porcellum) dichiarata incostituzionale e che ha espresso una maggioranza, tra l’altro formata da transfughi da vari partiti, che forse si sarebbe dovuta occupare solo di normale amministrazione, senza toccare la Costituzione che è alla base del nostro sistema democratico. La riforma, fatto grave, è stata approvata in ultima lettura, da poco più della metà dei Deputati, senza che gli altri, in palese polemica, partecipassero al voto. Questo ha reso ancor più l’idea di una riforma del Governo e non è cosa bella, considerando che la Costituzione riguarda tutti.

Riforma costituzionale e nuova legge elettorale (italicum che prevede un premio di maggioranza al partito che prenderà più voti e che permetterà ad esso di governare da solo) sono un binomio inopportuno che faranno si che il potere esecutivo sarà nelle mani di un solo partito e quindi del Presidente del Consiglio. Il Governo potrà più facilmente approvare le sue leggi e l’Esecutivo prevarrà sugli altri Poteri dello Stato, alterando quegli equilibri che furono creati dai Padri costituenti proprio per garantire la democrazia.

Con la riforma il nuovo Senato, formato con meccanismi tutti da interpretare da sindaci e consiglieri regionali, perderà importanza e non bilancerà più la Camera. Eppure, tante volte, il Senato ha ovviato ad errori della Camera, modificando leggi o bocciandole. Tutto ciò sarà in parte impossibile, considerando le funzioni limitate e in parte ancora poco chiare che avrà il Senato. Altri Paesi, come per esempio la Germania, è vero che non hanno le due Camere, ma hanno messo in atto dei sistemi di garanzia delle minoranze che limitano i poteri del governo, in modo da evitare abusi dell’esecutivo.

I cittadini, inoltre, perderanno ancora di più, il diritto di eleggere i propri rappresentanti in Parlamento, considerando il metodo alquanto farraginoso con cui verranno eletti i senatori.

Altro argomento trattato dal Procuratore Spataro la riforma di quella parte della Costituzione (il Titolo V) che regola i poteri delle regioni. Esse perderanno alcuni diritti a legiferare e, in generale, si andrà verso uno stato più centralista, a scapito delle autonomie territoriali.

Risparmio e semplificazione con questa riforma?

Secondo Spataro il risparmio non è una ragione sufficiente per giustificare una riforma costituzionale come quella che si vorrebbe far votare dai cittadini italiani.

La semplificazione? Basta guardare il solo articolo 70 nella sua nuova versione.. Come ha ironicamente detto Gustavo Zagrebelsky, esso sembra il testo di una finanziaria o di un decreto milleproroghe, tanto è complicato nella sua stesura, richiamando addirittura altri undici articoli della Costituzione.

Ma nel suo complesso, tutta la riforma non sembra per nulla semplificare la macchina statale. Anche la possibilità di fare leggi si complica, prevedendo la riforma diverse e più numerose, rispetto alle attuali, procedure di approvazione.

Ma riformare significa modernizzare? Chiede Mimmo Mazza.

Tanti ritengono, anche e soprattutto tra gli economisti, che la crisi economica sia legata alle costituzioni troppo rigide che non permettono agli esecutivi di decidere in fretta, superando le opposizioni, spiega Spataro. Dovremmo riflettere se possiamo permettere che l’economia prevalga sui princìpi democratici, ritenendo ciò indice di modernizzazione.

Un incontro con Spataro che fa aumentare le nostre perplessità su una riforma discutibile in tanti suoi aspetti che meritano conoscenza e approfondimento.

Continueremo a seguire il dibattito intorno al referendum di ottobre, sperando di arrivare, insieme a voi, ad una scelta consapevole ed informata su una questione di importanza vitale per la democrazia.

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