Porto di Taranto, Casartigiani: “Da Evergreen schiaffo a Taranto” – Lettera a Delrio

Porto di Taranto

Il-porto-di-Taranto “A seguito della lettera con cui Evergreen Line comunica ai clienti, l’apertura di un nuovo servizio di fedeer da e per Bari- PSI (Piraeus – South Italy) che collegherà con cadenza settimanale il Pireo a Bari, restiamo sconcertati da tale decisione che vede ancora una volta Taranto uno strumento “Oggetto” con evidente desertificazione sociale ed economica non solo del Porto di Taranto ma dell’economia dell’intera della Provincia”. Con le affermazioni su riportate inizia la lettera che lo SNA Casartigiani ha inviato questa mattina al Ministro ai Trasporti Graziano Delrio, una lettera che esprime tutto il malcontento e la preoccupazione degli autotrasportatori tarantini.

“Riteniamo questo ennesimo atto di Evergreen un’ennesima beffa alla città, sotto il silenzio totale della politica locale che in queste settimane ha pensato solo alla poltrona dell’Autorità portuale in scadenza”. Questo il commento del Segretario Provinciale dello SNA Casartigiani Stefano Castronuovo, che continuando a ribadito: “ Sappiamo che alla compagnia marittima sono state date tutte le possibilità logistiche ed economiche per continuare a lavorare su Taranto, ma tali opportunità non sono state colte dalla stessa che come da tempo denunciato dalla nostra Associazione ha spostato i propri traffici su Bari. Un’azione legittima di un privato che però non può fare affari da un’altra parte e continuare ad avere  il monopoli sul terminal di Taranto, TCT SpA di cui Evergreen è socia attraverso una società del gruppo”.

Per questo motivo nella missiva inviata al Ministro dei Trasporti e alle istituzioni locali lo Sna Casartigiani, ritenendo che il Porto di Taranto debba essere libero ed accessibile a qualsiasi compagnia che voglia investire seriamente sullo Scalo, ha chiesto la revoca della concessione di TCT – del Terminal Container. Inoltre lo Sna Casartigiani pone l’accento anche sulle gravi condizioni lavorative del settore autotrasporto nel Porto di Bari. Infatti sono molteplici le segnalazioni da parte delle aziende di forti carenze in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e in merito ai costi minimi di esercizio, chiedendo quindi anche maggiori controlli. A pagare la cattiva politica e il disinteresse generale sono sempre i più indifesi, le centinaia di famiglia delle aziende di autotrasporto e i circa 500 operai di TCT, i primi senza commesse e destinati alla chiusura e senza nemmeno poter accedere a Cassa Integrazione e Mobilità e i secondi senza lavoro con un futuro comune: l’incertezza totale.

NOTA STAMPA – SNA CASARTIGIANI 

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