Ilva, lettera a Strasburgo contro l’intervento dei Riva

«Procede speditamente ed entra nel vivo il ricorso di alcuni cittadini di Taranto presso la Corte dei diritti umani ( CEDU) a Strasburgo, per violazione da parte dello Stato italiano degli obblighi di protezione della vita e della salute a causa del gravissimo e persistente inquinamento prodotto da alcuni impianti dell’Ilva tenuti forzatamente in funzione sotto la propria gestione, tramite 10 leggi salvailva, a dispetto delle normative europee e delle decisioni della magistratura». E’ quanto dichiara Lina Ambrogi Melle, consigliere comunale del gruppo “Ecologisti per Bonelli”.

«Sono state accoltE le richieste di “intervento di terzi” da parte dell’ISDE associazione medici per l’ambiente e del direttore del Dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Torino – si legge in una nota stampa – anche la società Riva Fire spa in liquidazione ha chiesto ed ottenuto dalla Corte europea dei diritti umani (Cedu) di intervenire».

L’avv. Andrea Saccucci che rappresenta 130 cittadini di Taranto e provincia davanti alla Corte di Strasburgo nel ricorso promosso da Lina Ambrogi Melle, ha provveduto in data odierna ad inviare una lettera alla Corte europea in cui dichiara:“Riteniamo inaccettabile la partecipazione dei Riva a questo giudizio, in cui si discute unicamente della responsabilità dello Stato italiano per la mancata adozione delle necessarie misure precauzionali a tutela delle popolazioni residenti. Ci opponiamo all’intervento dei Riva perché non risponde ad alcuna esigenza processuale e non è in grado di offrire alla Corte un contributo imparziale e disinteressato per la decisione del ricorso”, continua il legale, che con una lettera inviata oggi a Strasburgo contesta l’ammissibilità dell’intervento e chiede alla Corte di non tenerne conto.

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