Ilva, azienda presenta cronoprogramma per spegnimento Afo 2 e pensa a ricorso

Lo stabilimento Ilva visto dai tetti del quartiere Tamburi, 19 settembre 2013.ANSA / CIRO FUSCOA seguito della revoca della facoltà d’uso dell’Altoforno 2, dovuta alla contestazione di non aver capito le cause dell’incidente che ha portato alla morte di Alessandro Morricella e di non poter garantire quindi il non verificarsi di altri eventi simili, l’azienda ha presentato al custode giudiziario il cronoprogramma ed il team che si occuperà dello spegnimento dell’impianto. Ciò verrà confermato a seguito della verifica dei materiali necessari per procedere. Per tutte le valutazioni servono due settimane di tempo. Lo riferiscono fonti sindacali al termine dell’incontro tenuto questa mattina con l’azienda.

Nel frattempo i legali dell’Ilva, come ampiamente prevedibile, stanno presentando un ricorso per chiedere di non spegnere il forno. L’azienda è in contatto con il ministero del Lavoro per valutare le ricadute in termini di ammortizzatori sociali qualora ci fosse  la fermata dell’altoforno. I dubbi sulla marcia con un solo altoforno – Afo 4 –  sono tanti. Si resta in attesa dei risultati sui dpi  (dispositivi di protezione individuali) e sugli accertamenti relativi alla  dinamica degli eventi. La Fim Cisl ha chiesto che lo sforzo maggiore venga compiuto verso l’accertamento delle verità piuttosto che su altri obiettivi. Da evidenziare che la presenza di un solo altoforno in marcia non garantisce le condizioni ottimali di sicurezza, per cui non si esclude la necessità della fermata complessiva della produzione. 

Scontata è anche la reazione a livello istituzionale. «Credo che questo possa complicare le cose», ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti intervenendo al programma “Dentro i fattì” di Sky 24 in merito il sequestro preventivo senza facoltà d’uso dell’Altoforno 2. «Ho sentito – ha aggiunto- solo telefonicamente i commissari. Stanno facendo le verifiche per vedere qual è l’impatto di questo sequestro ai fini ambientali. È chiaro che più noi rinunciamo alla produzione, più l’Ilva fa fatica ad andare avanti. Non mi permetto chiaramente di criticare il lavoro della magistratura che avrà avuto i suoi validi motivi per fermare l’impianto. Da parte nostra il progetto è chiarissimo: noi vogliamo che l’Ilva possa riprendere la propria produzione nella sicurezza ambientale. Abbiamo un piano aziendale importantissimo che vale 1 miliardo e 600 mila euro che abbiamo finanziato in grande parte con i soldi del sequestro dell’Ilva, che sono 1 miliardo e 200 mila euro, ed il piano sta andando avanti. Quindi questo rischia di complicare le cose».

Alessandra Congedo

NOTA STAMPA DELLE RSU FIM, FIOM E FILM

Le organizzazioni sindacali hanno incontrato la dirigenza Ilva nella mattinata odierna per aggiornamenti in merito alla fermata AFO2 seguita al provvedimento di sequestro senza facoltà d’uso da parte della procura della Repubblica di Taranto. L’azienda durante l’incontro ci ha informato di aver fornito all’Autorità Giudiziaria il cronoprogramma sulla fase di spegnimento di AFO2, che potrebbe durare circa due settimane e che dovrebbe essere confermato nella giornata di lunedì 22 giugno al Custode nominato dalla stessa Procura. Ilva ha tuttavia comunicato che i tecnici dello Spesal hanno effettuato sopralluoghi anche su AFO4 e AFO5, e che le prescrizioni intimate riguardano esclusivamente AFO2.

Ilva ha avviato una interlocuzione con la Procura finalizzata all’accertamento delle cause dell’incidente mortale dello scorso 8 giugno., comunicando di aver incaricato i tecnici della “Paul Wurth” di predisporre una relazione tecnica che verrà depositata entro i primi giorni della settimana prossima in Procura al fine di ottenere un eventuale dissequestro che dia tutte le garanzie sulla sicurezza per i lavoratori, e che verrà illustrata subito dopo alle organizzazioni sindacali. Ilva ha comunicato che al momento l’attuale assetto di marcia dello stabilimento non ha immediate ricadute sul personale e nei prossimi giorni avremo ulteriori aggiornamenti.  Auspichiamo che emergano quanto prima la verità su quanto accaduto e tutte le responsabilità del caso.

 

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