Aia Ilva, le osservazioni di Arpa Puglia: marcia indietro sulle tecnologie e misure tampone

TARANTO – Sono on line da questa sera, sul sito ufficiale, le osservazioni di Arpa Puglia relative alla nuova Autorizzazione Integrata Ambientale richiesta dagli acquirenti dell’Ilva, AM InvestCo Italy. La scadenza per presentare le osservazioni, com’è noto, è fissata per domani 5 settembre. L’intera procedura dovrà concludersi con un nuovo Dpcm entro il 30 settembre prossimo.

La relazione dell’Agenzia si sviluppa in circa quaranta pagine. Proviamo a sintetizzare le criticità indicate nel documento già trasmesso al Ministero dell’Ambiente e per conoscenza ai soggetti istituzionali interessati fornendo una spiegazione comprensibile a tutti.

Il “parere degli esperti”, citato nella domanda di AIA della AM InvestCO, e il Decreto di aggiudicazione dello stabilimento Ilva alla società non risultano presenti all’interno della documentazione resa disponibile dal MATTM, con conseguente insufficienza e non esaustività delle informazioni fornite.

Svariati interventi impiantistici di ambientalizzazione saranno completati soltanto entro l’agosto 2023; tale dilatazione dei tempi non può garantire sino a tale data gli standard di tutela ambientale stabiliti dai provvedimenti AIA 2011 e 2012 e dal Piano ambientale approvato con DPCM 14/03/2014.

La maggior parte degli interventi di ambientalizzazione già previsti sono necessari ad adempiere a quanto previsto dalle BAT di settore 1, pertanto oltre all’impatto negativo sull’ambiente e sulla salute pubblica, l’assenza o parziale implementazione delle BAT di settore può configurare una possibile infrazione a livello comunitario, in particolare in vista di un possibile aumento produttivo.

Per alcune aree dello stabilimento è prevista la coesistenza di ILVA SpA in A.S. e AM InvestCO Italy, senza chiarezza sulla titolarità della gestione dello stabilimento nella fase transitoria e finale; ai Commissari di ILVA sono lasciate in gestione alcune aree “critiche” quali le discariche esaurite e in post-gestione.

Emerge l’assenza di innovazioni tecnologiche introdotte nelle modifiche impiantistiche proposte dal nuovo Gestore che piuttosto, in alcuni casi, prevede una “marcia indietro” rispetto alle tecnologie inizialmente previste da ILVA S.p.A. in A.S. (ad esempio: copertura dei parchi “minori” e sistema “fisso” di trattamento scorie di acciaieria, soluzioni che vengono accantonate con un ritorno a misure “tampone”).

Arpa evidenzia una dilatazione dei tempi per la pavimentazione e copertura dei parchi primari, che si identifica come una delle maggiori problematiche ambientali derivanti dall’esercizio dello stabilimento siderurgico. Si riporta un progetto “alternativo” alle coperture per i parchi OMO, AGL Nord e Sud e Loppa, che prevede invece il confinamento sui lati dei parchi mediante l’installazione di barriere frangivento ed il mantenimento delle attuali procedure di bagnatura dei cumuli.

L’agenzia fa notare che il previsto riavvio dell’AFO 5, con possibili livelli produttivi superiori a 6 milioni di tonnellate di acciaio, può esporre la popolazione residente nelle vicinanze dell’impianto, nell’area di massimo impatto, ad un rischio cancerogeno inalatorio non accettabile, in base a quanto già evidenziato dalla Valutazione del Danno Sanitario redatta da ARPA/ASLTA/ARES per l’area di Taranto, condotta ai sensi della Legge Regionale n. 21/2012.

Arpa rileva la presenza di cumuli di enormi dimensioni (es. cumulo di scorie in area IRF di 2.5 milioni di tonnellate) che impediscono la pavimentazione dell’area, con conseguente perdurante impatto sul suolo e sottosuolo, la cui rimozione non è prevista in tempi brevi. AM InvestCo prevede nell’area di scarico paiole dell’acciaieria, in cui la scoria viene raffreddata con generazione di elevate quantità di emissioni diffuse, l’installazione di cappe mobili in misura permanente, in sostituzione dell’intervento di realizzazione del nuovo sistema fisso di trattamento delle scorie di acciaieria (BSSF), precedentemente previsto da Ilva.

Gli interventi di ambientalizzazione delle cokerie, previsti dal piano ambientale del 2014, sono dilatati nel tempo; si evidenzia che il fermo incidentale dell’unico impianto di desolforazione dei gas di cokeria (fermo già verificatosi, con conseguenti incrementate emissioni di SO2 in atmosfera) non viene considerato come condizione ostativa per l’esercizio dell’impianto, anzi viene chiesta una deroga al limite di SO2 delle centrali di Taranto Energia.

Arpa ha sempre sostenuto in via generale la necessità di controllo degli scarichi a “piè di impianto” e non successivamente alla miscelazione con le acque di raffreddamento dello stabilimento, per la verifica di conformità ai limiti. Ciò non è esplicitato nella documentazione presentata, mentre il proponente prevede che l’applicazione di alcuni limiti venga spostata al 31/12/2020, con una dilatazione dei tempi che appare inopportuna.

Nella documentazione presentata da AM InvestCo – secondo Arpa – non è stata considerata alcuna proposta progettuale finalizzata alla risoluzione dei numerosi eventi incidentali con emissioni non convogliate (“slopping”) e degli effetti percepibili dall’esterno dello stabilimento, frequentemente registrati dalla stessa Ilva e riscontrati dagli Organi di Controllo.

AM InvestCo chiede uno “svincolo” di alcune aree poste sotto sequestro, per esercire gli impianti e/o effettuare degli interventi di natura impiantistica, con condizioni che non appaiono conformi alle procedure di verifica già previste. Infine, si osserva che lo stabilimento ILVA non possiede un Certificato di Prevenzione Incendi (CPI), a fronte dei numerosi eventi con effetti visibili dall’esterno avvenuti nel corso degli anni 2016-17 e la conseguente necessaria adozione, in tempi brevi, di opportune misure per la prevenzione e la protezione dagli incendi. Il nuovo gestore non prevede specifici interventi in merito in tempi brevi.

Su molti punti critici elencanti da Arpa Puglia torneremo nei prossimi giorni entrando maggiormente nei dettagli.

SCARICA IL DOCUMENTOILVA – Osservazioni domanda AIA di AM InvestCo Italy S.r.l. (1)

Il gruppo di lavoro che ha elaborato le osservazioni: Dott. R. Giua, Dott.ssa M. Spartera, Dott. V. Esposito, Dott.ssa M. Menegotto, Dott. V. Musolino, Ing. M.G. De Santis, Ing. M. Dell’Olio, Ing. C. Landinetti, Ing. E. Laterza, Ing. F.A. Marraffa, Dott.ssa A. Primicino, Ing. A. Koronica, Dott. R. Lopez, Dott.ssa N. La Sorsa, Dott. V. Rosito, Ing. M.C. De Mattia, Ing. F. Busseti, Ing. C. Ceppi, Dott. T. Pastore.

About the Author

Alessandra Congedo
Direttore responsabile - Laureata in Scienze della Comunicazione all'Università del Salento con una tesi di laurea dal titolo “Effetti della comunicazione deterministica nella dicotomia industria/ambiente”, incentrata sulla questione ambientale tarantina. Ha collaborato con il TarantOggi, Voce del Popolo, Nota Bene, Radio Cittadella (SegnoUrbano On Air), Corriere del Mezzogiorno, Manifesto. Ha curato l’ufficio stampa del WWF Taranto per il progetto “Ecomuseo del mar Piccolo”. Il 21 novembre 2013 è stata premiata nella categoria “Giornalismo” nell’ambito della Rassegna Azzurro Salentino. Ha partecipato a "Fumo negli occhi", documentario sull'Ilva e sull'inchiesta "Ambiente Svenduto".