Mal di testa: come gli alimenti possono influire

Mal di testa

TARANTO – Nonostante siano attribuiti impropriamente al cibo molti fastidi e problemi di salute (e spesso e volentieri li si chiamano “intolleranze”), tra mal di testa (emicrania) e cibo, potrebbe esistere un certo nesso di causalità, anche se l’alimentazione non può e non deve essere ritenuta causa primaria del mal di testa.

Tra le cause di mal di testa più comuni, vi sono:

  • Stress emozionale e fisico spesso legato all’ambiente lavorativo;
  • riposo notturno scarso sia quantitativamente che come qualitativamente, che può provocare alterazioni del ritmo sonno-veglia;
  • fluttuazioni dei livelli ormonali nella donna (come nella sindrome premestruale o in età menopausale);
  • insufficiente apporto di nutrienti (come più avanti riportato in dettaglio);
  • cambiamenti di stagione e di clima.

Vi sono sostanze di origine alimentare che contribuiscono ad esacerbare i sintomi del mal di testa, scatenandone attacchi in individui predisposti. Nonostante la dieta sia ben lontana dal rappresentare una terapia, per tenere sotto controllo il disturbo è quindi importante individuare ed eliminare dalla propria tavola alcuni alimenti potenzialmente “pericolosi”. Tra questi:

  • formaggi, in modo particolare quelli molto stagionati o fermentati;
  • cioccolato, cacao frutta a guscio;
  • agrumi, pomodori, crauti, lamponi;
  • banane, avocado, fichi, prugne;
  • hot dogs e carni stagionate, inscatolate, conservate o trattate (salsicce, salumi, insaccati, come pancetta, wurstel, pesce secco salato) a causa della presenza di nitriti;
  • glutammato monosodico (un esaltatore di sapidità contenuto soprattutto nei dadi da brodo, nella salsa di soia, in alcuni snack e nei preparati per zuppe; molto utilizzato nei ristoranti cinesi);
  • Il dolcificante aspartame
  • Cibi grassi e fritture
  • Gelato o altri alimenti freddi
  • Aringhe e frutti di mare
  • Bevande contenenti caffeina: caffè, the, bibite tipo cola (oltre i due bicchieri)
  • Carenza di caffeina rispetto al consumo abituale
  • Bevande alcoliche, in modo particolare il vino, per la presenza di solfiti, e birra.

Estremamente soggettive sono comunque le reazioni individuali all’assunzione di questo o quel cibo citato. Naturalmente anche le quantità sono importanti e non solo per questi alimenti.

Il mal di testa, infatti, può sorgere anche in associazione ad una digestione faticosa, lenta e laboriosa e quindi anche un pranzo o una cena abbondanti possono causare un attacco in soggetti predisposti. E in contrapposizione, digiuno, diete “da fame” e  disidratazione, possono altrettanto predisporre alla cefalea.

Come già citato, stati carenziali di vitamine e sali minerali possono essere responsabili dell’acutizzarsi dell’emicrania. In particolare il ferro e il magnesio sono due micronutrienti fondamentali, specie nelle donne soggette a carenza di ferro a causa di flusso mestruale abbondante.

Per permettere un maggiore assorbimento di ferro, si consiglia un largo consumo di alimenti ricchi di vitamina C (agrumi, kiwi), specie nello stesso pasto in cui sono presenti le fonti alimentari di ferro (es: carne di cavallo (meglio se cuore o fegato) condita con succo di limone o come frutta dopo un piatto di zuppa di lenticchie, preferire un’arancia). Ciò, nelle donne predisposte all’emicrania e alla debolezza secondaria all’anemia da carenza di ferro, potrebbe giovare.

Altro minerale da tenere in conto è il magnesio, la cui carenza è dimostrato essere causa di mal di testa. Grazie alla sua capacità di rilassare nervi e muscoli, il magnesio risulta fondamentale per prevenire la cefalea di natura muscolo tensiva, oltre che per contrastare la sindrome mestruale.

Detto ciò, attenzione comunque a non abusare di integratori di vitamine e minerali: questi, infatti, sono molto più assorbibili se assunti con gli alimenti, in particolare ne sono ricchi frutta e verdura rigorosamente di stagione. In questo senso la dieta di tipo mediterraneo resta il modo più idoneo per assumere qualsivoglia nutriente di cui possiamo avere bisogno.

Tra i cibi cosiddetti protettivi, oltre frutta e verdura freschi, troviamo quelli contenenti folati, vitamina D e Omega 3, che si trovano soprattutto in pesci come salmone, sgombro, tonno, nell’olio di semi di lino e nella frutta secca. Fondamentale anche l’olio extra vergine di oliva aggiunto crudo. Importante da sapere è anche il fatto che una dieta corretta, oltre a ridurre gli attacchi di mal di testa, favorirebbe il controllo del peso e un ridotto rischio cardiovascolare e metabolico.

Per quanto riguarda il caffè, spesso oggetto di diatribe per quanto riguarda il suo nuocere o giovare, esso, svolgendo un’azione vasocostrittrice, può aiutare a ridurre i sintomi in alcuni casi di emicrania, tuttavia in altri (cefalea tensiva) l’effetto è contrario, con un aumento del sintomo. Ad ogni modo, per il contenuto di caffeina, il caffè può favorire insonnia, uno dei fattori predisponenti la cefalea, pertanto sarebbe bene ridurne il suo consumo a massimo 2 caffè al giorno e mai dopo le 16.

irisDott.ssa Iris Zinzi 

Dietista nel team dell’ambulatorio di Nutrizione Clinica, I.R.C.C.S. De Bellis, Castellana G. (Ba).

Biologa nutrizionista, libero professionista, Taranto.

 

 

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