Legambiente favorevole al Coordinamento del Patto dei Sindaci

Legambiente Puglia accoglie con interesse e favore la scelta della Regione Puglia di scendere in campo direttamente come ente Coordinatore territoriale del Patto dei Sindaci. I Piani d’Azione per l’Energia sostenibile e il Clima (PAESC), infatti, sono lo strumento pianificatorio attraverso cui conseguire la riduzione delle emissioni di gas climalteranti del 40% (55% in base alle disposizioni della Comunità Europea) entro il 2030 e un programma d’azione che punti al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 20/30 per lo sviluppo sostenibile nella UE.

Il patto dei sindaci prevedeva già da oltre 10 anni la redazione nei comuni aderenti in Europa di un PAES, ma i profondi e sempre più gravi cambiamenti climatici, di cui il report di Legambiente per il 2020 è una preoccupante testimonianza, hanno portato a prevedere misure più stringenti ed è quindi estremamente positivo che la Regione Puglia abbia previsto un finanziamento di 933.000 euro per i comuni aderenti al patto dei sindaci promosso dalla UE.

“Strategico ed interessante il lavoro sinergico e collaborativo messo in atto dall’Assessora all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio e l’Assessore allo Sviluppo Economico, Alessandro Delli Noci, con la creazione da un lato di una struttura tecnica di supporto ai Comuni, e dall’altro di risorse finanziarie dirette. – ha commentato Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia – Ora però i Comuni non avranno più scuse nel rispettare ciò che dovevano già attuare ben 10 anni fa, soprattutto in un momento storico i cui i cambiamenti climatici stanno drasticamente cambiando le nostre vite e città”.

Legambiente Puglia intende sottolineare come i nuovi piani debbano tener conto di un approccio sistemico, riguardando l’analisi complessiva dell’intero territorio comunale e di tutti i suoi campi d’azione, il registro attuale delle emissioni climalteranti, la programmazione degli interventi tesi ad affrontare le criticità ed i danni ambientali e sanitari e conseguire entro il 2030 la riduzione del 55% delle emissioni climalteranti e l’attuazione dell’Agenda 20/30 per lo sviluppo sostenibile. Altrimenti può accedere ciò che è in corso a Brindisi dove, nell’ambito del progetto Interreg “Response”, non sarà fornito un aggiornato e indispensabile registro delle emissioni e che il campo d’azione non prevede l’inclusione del porto e dell’area industriale che risultano esterne all’area strettamente urbana individuata, ma che è invece molto più incidenti sulle emissioni climalteranti e sul piano d’azione conseguente di quanto lo siano settori anch’essi extraurbani, quali l’agricoltura e non meglio definite foreste, invece oggetto di analisi e proposte.

“Legambiente ha sempre sostenuto che i PAESC debbano essere tipizzati e contestualizzati in ragione delle caratteristiche – ha continuato Ronzulli – e delle criticità dei comuni interessati se davvero si vogliono raggiungere gli obiettivi richiamati, ma soprattutto i Comuni devono lavorare in sinergia per ambiti territoriali, perché non si può pianificare il futuro di un territorio non tenendo conto di ciò che sta facendo il proprio vicino. Questo soprattutto in riferimento ai Comuni più piccoli che potrebbero lavorare in Unione di Comuni, attraverso i GAL, ecc”.

In ogni caso, Legambiente Puglia nel confermare l’apprezzamento per l’azione messa in campo dagli Assessori Maraschio e Delli Noci,  dichiara la piena disponibilità alla collaborazione come già da tempo comunicata attraverso la nota con cui si chiedeva alla Regione ed ai comuni di dar corso ai PAESC, al Piano Energetico Regionale, a quelli comunali e soprattutto a scelte istituzionali che promuovano realmente le fonti rinnovabili e l’uscita da tutti i combustibili fossili in centrali termoelettriche (ivi inclusi i nuovi impianti prospettati da ENEL e A2A) oltre a dare organicità a progetti pubblici e privati per l’efficientamento energetico degli edifici.