Aurora Blue Milano, l’avvincente romanzo  di Pargoletti che affida il futuro a chi sa osare

Stupenda l’ultima fatica letteraria di Sergio Pargoletti: Aurora Blue Milano, nome scelto dall’autore per il pub milanese nel quale si svolge gran parte del racconto.

Scrittura semplice, decisa e colta; non a caso l’opera s’avvia, con la citazione, su una parete del pub, dell’ultimo bellissimo aforisma, il 575,  del quinto libro di Aurora, Pensieri sui pregiudizi morali di Nietzsche, filosofo che ha fatto tabula rasa della morale e della cultura dominanti, dissacrandole  e divenendo il fautore del nichilismo, corrente di pensiero per la quale “i valori supremi perdono ogni valore”. (F. Nietzsche, Frammenti postumi).

Il Nichilismo è L’ospite inquietante del nostro tempo nell’interpretazione di Umberto Galimberti. Non mi pare, tuttavia, che nella narrazione dello scrittore tarantino ci sia molto di quel pensiero radicale, dissolutore. Trovo alcuni vaghi richiami, per esempio, “la vita è finzione, è maschera, è teatralità”. Le altre citazioni, comprese quelle del brillante excursus-viaggio nei luoghi di vita di Nietzsche, vanno in altra direzione, assumono  altro significato.

Il romanzo si dipana lungo due storie che hanno esiti molto diversi ma nel testo si aprono molteplici finestre, squarci di riflessioni, molte volte accompagnate, opportunamente, da un repertorio di canzoni care all’autore. Cito solo i temi che mi sono parsi più evidenti e interessanti.

L’essere donna e uomo oggi nel privato e nel pubblico; il dialogo tra suor Eleonora e Remo; un giudizio non benevolo su chi sceglie di fare della politica un mestiere e forse anche per l’esperienza negativa  di Adam; le trappole delle moderne modalità di comunicazione che divulgano quello che dovrebbe rimanere gelosamente custodito; la follia matrice della sapienza, argomento degli aforismi 14 e 538 dell’Aurora nietzscheana; l’istituzione scuola-azienda e sua funzione esaltata in Remo, innovatore della didattica e dei contenuti che fa degli alunni gli attori protagonisti della loro formazione umana e civile.

E come tutti gli innovatori ha contro gli insegnanti-protocollo, perditempo della cattedra, che considerano la scuola alla stregua di un ufficio come tanti e praticano la soluzione semplice del “tutti promossi, zero problemi”.

Sarà, com’è nella storia di ieri e di oggi, l’innovatore Remo a pagare per tutti per l’altra convergente logica imperante di chi pretende il pezzo di carta, il diploma, senza fatica, senza sacrificio, senza impegno; basta la frequenza.  

Nonostante Pargoletti abiti ora a Milano in un’area tra le più suggestive e ricche di opportunità di ogni tipo, “ove il futuro arriva prima”, egli ha  sempre grande nostalgia della sua terra, del Sud e si fa ambasciatore della cultura culinaria pugliese “consigliandone” i prodotti di qualità e facendo proporre l’invito di una vacanza  “nel più bel mare d’Italia”.

La prima storia, quella tormentata, tra Remo e Elisa si esaurisce perché, come afferma Beatrice, l’alunna brava, “è impossibile vivere un amore senza fine”.

La seconda, quella tra il gestore del pub, Adam, fan di Nietzsche, e Alice irrompe nell’epilogo, nel finale, del tutto inaspettato. Avrei voluto continuare a leggere, tanto era avvincente la costruzione del testo che rivela e mostra i tanti interessi dell’autore. Il finale è meraviglioso; è un inno alla gioia in un mondo senza barriere, partendo dall’Europa unita, ma anche un inno alla vita che rinasce.

Il futuro dell’umanità è affidato a chi osa, sogna e ama.

Gino Lo Papa

Il libro è in vendita nelle librerie Dickens e Ubik di Taranto, in alcune librerie del circuito indipendente di diverse città italiane ed è reperibile anche attraverso il circuito telematico (Ibs, Feltrinelli, Libreria universitaria  ed altri)