Legambiente plaude al sequestro di tre cosiddette collinette ecologiche, disposto dalla Procura di Taranto nell’ambito dell’inchiesta per concorso in getto pericoloso di cose e gestione di rifiuti non autorizzata, al momento a carico di ignoti, ed effettuato dai carabinieri del NOE di Lecce.
“Chiediamo che siano accertate le responsabilità e puniti i colpevoli. Siamo di fronte all’ennesimo episodio di contaminazione del nostro territorio e di sua riduzione a discarica di rifiuti industriali e non, che mette a rischio la salute dei cittadini”, dichiara Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto.
Per l’associazione ambientalista “questi episodi non fanno che confermare la necessità di avviare al più presto le azioni di bonifica interne allo stabilimento, questione su cui l’associazione è intervenuta più volte. Per Legambiente occorre intervenire con urgenza, effettuare le caratterizzazioni, la messa in sicurezza e la bonifica, per impedire conseguenze ben più gravi, come l’avvelenamento della falda o la dispersione nel vicino quartiere Tamburi di sostanze tossiche”.
“È la bonifica di Taranto, come l’araba Fenice: che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa -conclude Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto, adattando alla nostra realtà le parole di Metastasio – chiediamo ai Commissari straordinari e al Governo di rendere noto al più presto un piano di interventi specificando priorità, tempi e modalità di attuazione. Siamo stanchi di un’attesa che sembra non finire mai”.