Taranto continua a perdere popolazione: insieme a Brindisi la peggiore in Puglia

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Il saldo naturale (la differenza tra nascite e decessi) in Italia, nel 2017, è stato di -190.887 abitanti. Per rendere l’idea è come se nel giro di un anno fosse scomparsa una città come Taranto.

Solo l’arrivo di migranti ha in parte attenuato la perdita di popolazione nazionale, seppur non in modo tale da controbilanciare il calo di natalità. Infatti, il saldo migratorio con l’estero nello scorso anno è stato di +188.330.

Tanti stranieri arrivano in Italia (soprattutto nel Centro-Nord), ma anche tanti italiani lasciano il loro Paese (soprattutto nel Sud) per lavorare o studiare all’estero. Se la popolazione mondiale è in lento ma costante aumento (si prevede una popolazione di circa 10 miliardi nel 2050), l’Europa fa eccezione essendo l’unica area del mondo che tende leggermente a spopolarsi.

Già questo dato dovrebbe convincerci che l’arrivo degli stranieri rappresenta per l’Europa una necessità per evitare un lento declino dovuto all’invecchiamento della popolazione e insostenibilità dei sistemi pensionistici dei singoli Stati.

L’Italia è uno dei Paesi che soffre maggiormente la crisi di natalità e l’emigrazione verso l’estero soprattutto da parte dei giovani. Chi non conosce, infatti, qualche giovane che ha deciso di perfezionare i suoi studi in qualche città europea e di restare all’estero a lavorare sfruttando migliori offerte formative ed economiche?

Le politiche di contrasto all’immigrazione sono perciò addirittura autolesioniste per un Paese come il nostro incapace di trattenere i propri giovani e i migliori professionisti. Se non fosse stato per l’arrivo di migranti negli ultimi due decenni, l’Italia probabilmente avrebbe subìto un massiccio calo di popolazione (qualche milione di unità) e lo stesso sistema pensionistico avrebbe mostrato una maggiore sofferenza.

Settori come l’agricoltura, la ristorazione, l’edilizia, l’assistenza domiciliare avrebbero poi avuto grosse difficoltà a trovare forza lavoro capace di soddisfare la richiesta di manodopera. Certamente l’arrivo dei migranti può essere considerato una risorsa, fermo restando che andrebbe gestito ben diversamente.

Politiche di migliore accoglienza,  valorizzazione delle competenze,  rispetto della dignità del lavoro potrebbero attenuare lo scontro interculturale e la competizione sociale tra classi più povere, favorendo una crescita complessiva del sistema Paese.

Tutto ciò andrebbe però spiegato alla gente che spesso, fomentata da strumentalizzazioni politiche, guarda solo gli aspetti più deleteri del fenomeno immigratorio. Se l’Italia nel suo complesso compensa con l’arrivo dei migranti il saldo naturale tra nascite e decessi, il Meridione non riesce neanche a ottenere questo risultato.

Troppi giovani lasciano le nostre regioni per il Nord o per l’estero. Sempre più, purtroppo, le nostre regioni diventano deserti culturali e aree in maggior declino economico e sociale. La Puglia, per esempio, lo scorso anno ha perso oltre 15.000 abitanti, malgrado un saldo positivo con l’estero di oltre 6.000 arrivi.

Questa regione, pochi anni fa definita la California d’Italia, comincia a ripresentare quei segni di grave sofferenza tipici di una questione meridionale forse troppo presto dimenticata dalla politica nazionale. Nell’ambito della Puglia, sono Brindisi e Taranto le due città a soffrire maggiormente il calo demografico.

A Taranto questa tendenza perdura ormai da diversi anni, la popolazione è scesa sotto le 200.000 unità con una perdita dello 0,64% rispetto al 2016. Le nascite nel 2017 sono state 1.338 e i decessi 2.060. Il saldo con l’estero è stato di +349 unità.

Perché proprio Taranto e Brindisi soffrono maggiormente il calo di popolazione in Puglia e nel Meridione? È evidente che il calo demografico va in parallelo alla sofferenza economica del territorio in cui esso si verifica. Laddove i giovani non trovano opportunità di studio e lavoro fuggono spesso il più lontano possibile per non tornare quasi mai.

Economie basate sulla sola industria e scarsa o assente offerta formativa possono già da sole spiegare le ragioni del calo demografico di queste due città per alcuni aspetti molto simili. È evidente che c’è qualcosa di estremamente sbagliato nelle politiche economiche e giovanili portate avanti nelle nostre città del Meridione e in particolare a Taranto e Brindisi. Sarebbe compito della politica analizzare i flussi migratori e il disagio delle popolazioni per mettere in atto misure che possano modificare tendenze negative.