Ilva: ANMIL ammessa al processo per la morte di Giacomo Campo

giacomo campo ilva

La notizia di un ulteriore rinvio sulla vicenda che riguarda il passaggio di consegne dell’ILVA va raccolta con il rispetto che si deve alle istituzioni coinvolte, ma a latere di tutto ciò restano i processi, quelli ad esempio sulla morte di Giacomo Campo o di altri operai del siderurgico come lui. Loro meriterebbero finalmente giustizia e con essa anche uno scenario di verità e sicurezza attorno alla più grande acciaieria d’Europa. Per questo pur rimanendo preoccupati della condizione di stallo della trattativa, siamo particolarmente soddisfatti per l’ammissione come parte civile dell’ANMIL costituitasi  con l’avvocato Maria Luigia Tritto, nel processo contro i dirigenti ILVA accusati a vario titolo della morte del giovane operaio morto nella zona stock house dell’altoforno 4 nel settembre del 2016.

Così Emidio Deandri, presidente dell’ANMIL Taranto, l’associazione nazionale mutilati e invalidi da lavoro, che proprio all’indomani dell’incidente mortale aveva deciso di accompagnare il processo per la morte di Giacomo Campo con le osservazioni e le sensibilità che le sono proprie.

Giacomo Campo era un giovanissimo operaio di una impresa dell’indotto ILVA, e il suo contratto a termine lo rendeva particolarmente vulnerabile – afferma ancora Deandri –ecco perché la ricattabilità di quegli operai, stretti nella morsa di uno scenario precario, dovrebbe essere oggi considerata una priorità assoluta.  Priorità su cui come ANMIL continueremo a concentrare le nostre forze, fino a quando non sarà chiaro a tutti che in questa trama di incertezze sarà ancora possibile morire come è accaduto al 25enne Giacomo Campo il 17 settembre di due anni fa.

Il processo per la morte dell’operaio dell’appalto ILVA riprenderà il 28 novembre del 2018.