Ilva, grido di allarme dal reparto IRF: siamo a rischio tutti i giorni

“Siamo stanchi della situazione di stallo in cui ci troviamo”. Denunciano alcuni operai che lavorano all’interno dell’Ilva di Taranto. «Nell’impianto IRF/GRF (dove qualche giorno fa si è sfiorata l’ennesima tragedia, ndr) – spiegano – ci sono mezzi non idonei, con vetri e fessure sigillate con il nastro adesivo. Nei mezzi entra la polvere e noi ci intossichiamo tutti i giorni come si evince dalle foto allegate».

A quanto pare, nonostante le problematiche denunciate dagli operai, invece di garantire un ripristino di tali mezzi, si preferisce farli utilizzare ai lavoratori “più accondiscendenti o – cosa ancor più grave – ad addetti che svolgono tutt’altra mansione”.

Ci sarebbero, inoltre, cumuli pericolosi che non rispetterebbero le direttive di legge, come nel caso della scoria IRF, dove mancherebbe da mesi l’illuminazione perché la torre faro è spenta.

“Nel reparto IRF, dove nei giorni passati è caduta una lamiera – aggiungono le stesse fonti – l’impianto di aspirazione non ha mai funzionato e lo si può evincere dalle continue fermate effettuate per pulire. Alla ripartenza, dopo qualche turno di lavoro, la polvere si accumula nuovamente”.

Diversi i quesiti posti da questi operai: “Come si può avere il nulla osta per utilizzare un impianto del genere? Gli enti preposti ai controlli dove sono? Eppure, tutti sono a conoscenza di questa situazione: dal capo-reparto al capo-area fino al direttore di area e di stabilimento e alla direzione. Anche Sil e Rls dovrebbero fare ben altro per rimediare. Noi continuiamo a lavorare tra l’incudine e il martello, schiacciati da ricatti e paure. Qui non cambia mai nulla”.

Il loro timore è comprensibile: possibile che deve succedere  qualcosa di grave per intervenire nei confronti di situazioni così critiche? Infine, un appello rivolto a chi ha il potere di agire: “Fate presto e bene, noi operai siamo allo stremo”.