Vigili del Fuoco di Taranto: nel 1995 smaltita una tonnellata di tute e coperte di amianto

 

“Vigili del Fuoco esposti all’amianto negli incendi, terremoti ma anche nell’uso degli indumenti, tute e coperte di amianto”. Lo denuncia Luciano Carleo, presidente dell’associazione Contamianto Onlus in una nota che riportiamo di seguito.

Una tonnellata di tute e coperte antincendio contenenti amianto fu smaltita nel 1995 dal Comando dei Vigili del Fuoco di Taranto, ma questo non è bastato per considerare esposti all’amianto i pompieri tarantini una vera ingiustizia che riguarda indistintamente tutte le Sedi e che Contramianto ritiene doveroso portare all’attenzione nazionale.

Eppure il Ministero degli Interni ha riconosciuto esposti all’amianto i magazzinieri che distribuivano gli indumenti in amianto escludendo invece i Vigili del Fuoco che erano impiegati nelle operazioni antincendio indossando e maneggiando direttamente tute, guanti, calzari e coperte contenenti amianto a cui si sono aggiunte le ulteriori esposizioni amianto negli interventi di soccorso.

A livello nazionale gli ultimi dati attendibili per i Vigili del Fuoco evidenziano 58 casi di mesotelioma , il tumore di certezza causato dall’amianto , un dato che valutiamo sottostimato in relazione al rischio di esposizione alle sostanze nocive che ha coinvolto migliaia di pompieri occupati in questo pericoloso lavoro.

Contramianto ritiene che oltre al mesotelioma alla pleura e al peritoneo vi siano state altre patologie tumorali legate all’attività di Vigile del Fuoco quali cancro al polmone all’apparato digerente, esofago – stomaco – intestino , casi presenti in archivio Contramianto e riferiti a questa categoria di dipendenti dello Stato.

Sul territorio jonico la situazione rispecchia il quadro nazionale e la documentazione Contramianto conferma l’uso massiccio di amianto anche negli indumenti dei Vigili del Fuoco del Comando tarantino il quale come detto nel 1995 commissionò lo smaltimento di una tonnellata di materiale contenente amianto, tute e coperte.

Rischiare la vita per salvare quella degli altri richiede grande generosità e professionalità è rappresenta una vera missione per questi cittadini che hanno scelto di fare il lavoro di Vigile del Fuoco. Entrare tra le fiamme e spegnere un incendio non è cosa di poco conto ma è un rischio che valuti che fa parte del tuo lavoro ben altro è quello che per anni sono stati i rischi per la salute subiti da questi lavoratori intervenendo in situazioni di emergenza nel compimento del dovere.

Sicuramente tra le sostanze incriminate quali potenziali cause di insorgenza di gravi patologie vi è l’amianto. Il rischio di esposizione a sostanze pericolose è stato significativo basti pensare all’enorme quantità di fibre cancerogene che possono liberarsi nell’aria a causa delle alte temperature in un edificio in cui sono presenti manufatti in amianto. L’alta temperatura aumenta la friabilità del cancerogeno e la dispersione raggiunge valori di migliaia di fibre litro, una polvere che avvolge non solo la struttura ma si disperde tutta intorno, fibre che inalate si annidano nei polmoni e aspettano latenti.

Anche gli interventi nelle aree terremotate hanno costituito una fonte di rischio di esposizione all’amianto , macerie contaminate da manufatti e tetti in eternit frantumati, dallo storico terremoto dell’Irpinia del 1980 a quelli che sono seguiti nei decenni successivi. Purtroppo, pur nella consapevolezza dagli inizi del secolo scorso che l’amianto provoca danno alla salute, ammalati e morti, solo dal 1992 l’Italia ha vietato l’uso di amianto, anche se la valutazione del rischio amianto relativa a edifici e strutture e la mappatura dei siti inquinati risulta spesso inattuata.

La mancanza di informazioni aumenta la probabilità di esposizioni inconsapevoli alle polveri di amianto nel corso di interventi di soccorso dei Vigili del Fuoco non solo su fabbricati ma anche in discariche abusive dove sempre più frequentemente si accumulano manufatti in cemento amianto rimossi senza alcuna precauzione e dispersi nell’ambiente senza cautele.

A questo bisogna aggiungere che gli interventi dei pompieri non sono limitati alle sole aree industriali e civili ma i Vigili del fuoco sono stati chiamati ad operare per spegnere incendi a bordo di navi su cui è stato utilizzato amianto per coibentare e isolare locali e motori.

Gli stessi dispositivi di protezione individuale utilizzati nel passato dai Vigili del Fuoco, tute, guanti, calzari, coperte, erano tutti costituiti da fibre di amianto della migliore qualità la pericolosissima crocidolite, “amianto blu”, che solo a partire dalla fine del 1988 veniva sostituita dall’altrettanto pericoloso e cancerogeno “amianto bianco”, crisotilo.

Riteniamo fondamentale riaprire la discussione in termini di tutela della salute e diritti previdenziale e risarcitorio per i Vigili del Fuoco prevedendo una rivalutazione complessiva dell’esposizione dall’amianto del personale impiegato nel corso dei decenni con particolare riguardo ai casi già riconosciuti quali cause di servizio per i cui danni anche mortali andrebbero applicati i riconoscimenti tenendo conto di quanto previsto dalla normativa per le vittime del dovere.