Ilva, Rifondazione Comunista: basta sceneggiate, no a Mittal

Ilva, Emiliano: se saranno accettate le nostre richieste, ritireremo l’impugnativa del DPCM

L’ennesimo atto di un gioco fra le parti che si trascina da mesi. Difficile trovare altri significati nell’incontro fra il ministro Calenda e il sindaco Melucci. Sembra di assistere a un serie televisiva in cui gli autori, per tenere alta l’attenzione del pubblico, devono inventarsi continui colpi di scena.

Nella puntata andata in onda a Palazzo di Città Calenda ha recitato la parte del duro che offre la riconciliazione; Melucci quella dell’offeso che vende a caro prezzo la pelle; a Emiliano è toccato il ruolo del socio che rischia di rimanere fregato. In realtà il patto del wind day conviene a tutti: almeno per il momento viene disinnescato un conflitto che rischia di far esplodere il Partito Democratico prima delle elezioni. Ma non è detto che sia l’atto conclusivo.

Intanto nell’ordine del giorno preteso da Melucci manca il tema principale. Si può discutere di tutto, ma prima bisogna chiedersi: possiamo fidarci di chi vuole comprare Ilva? In passato sono stati sottoscritti numerosi accordi fra istituzioni e azienda. Buona parte di quegli impegni non sono stati mantenuti, tanto che è dovuta intervenire la magistratura per fermare comportamenti criminali.

L’obiettivo di Mittal è lo stesso dei Riva: fare profitto; e rendere non dannoso il siderurgico costa tanto. Il governo in pratica sta affidando la tutela della salute dei cittadini a chi per natura ha tutt’altro scopo. E’ un’assurdità che può non apparire tale solo a chi ha gestito lo stabilimento per cinque anni senza risolvere i problemi veri.

Ora è il momento di una svolta reale. I responsabili di questa situazione vanno mandati a casa. Va costruita un’alternativa basata sui bisogni dei lavoratori e dei cittadini: salute e lavoro. E’ necessario un governo che prenda in mano lo stabilimento, imponga tutto quello che è necessario per eliminare il danno sanitario e avvii un Piano per creare lavoro pulito e dignitoso. Solo così Taranto avrà un futuro.

Rifondazione Comunista Taranto