Indotto Ilva, nuova lettera di Stefàno alle istituzioni: non sono lavoratori di serie B

TARANTOIl sindaco Ezio Stefàno non rinuncia all’abitudine di scrivere lettere alle istituzioni neanche in questa fase di fine mandato. Questa volta i destinatari sono il presidente del Consiglio, i ministri dell’Industria, della Salute e del Mezzogiono, il presidente della Regione Puglia, i sindacati. Oggetto: le problematiche igieniche e degli ambienti di lavoro che assillano le aziende delle pulizie che gravitano nell’indotto Ilva. Di seguito il testo della missiva.

Sulla questione legata all’occupazione dei lavoratori dell’appalto relativo alle pulizie all’interno dello Stabilimento ILVA si pensava che non si dovesse più ritornare dopo una complessa trattativa di ricollocazione degli stessi dal vecchio appaltatore alle nuove aziende appaltatrici. Purtroppo si è costretti a ritornare su questi lavoratori poiché sono emerse, in questi primi mesi di nuova gestione del servizio, talune criticità che riguardano più direttamente  non l’occupazione, bensì le condizioni nelle quali gli operai sono costretti ad operare.

Non si può, quindi, non intervenire condividendo la ferma e dovuta presa di posizione delle organizzazioni sindacali aziendali di condanna per talune insufficienze a garanzia della salute dei lavoratori. E’ inimmaginabile che,  a distanza di mesi si deve registrare l’assoluta mancanza di sistemazione logistica ove questi lavoratori, a fine turno, possano dismettere le tute di lavoro, depositarle e sottoporsi a docce e possano rispettare le elementari norme igieniche e di prevenzione. Registriamo con disappunto i tanti casi in cui gli stessi non sono messi nella condizione di adoperare le docce ma, addirittura, di dover portare presso le loro abitazioni gli indumenti di lavoro per un opportuno lavaggio.

Non sono timori infondati, infatti non sfugge a nessuno  che le polveri depositate sugli abiti subiscono una translazione dai luoghi di lavoro agli ambienti familiari con un possibile grave pregiudizio per le condizioni igienico – sanitarie delle proprie case con conseguenze per la salute. Ma v’è di più, oltre alla carenza degli spogliatoi viene denunziata dalle OO.SS. anche la mancanza di idonei luoghi ove organizzare la mensa.

Si denota, quindi, una carenza strutturale che, a detta delle OO.SS., l’esecuzione dell’appalto delle pulizie avrebbe fatto segnare una retrocessione del livello qualitativo ed operativo in tema di salute dei lavoratori a vent’anni fa. Tutti i lavoratori sono schiacciati fra l’incudine e il martello: il timore di essere privati della dignità del lavoro e la preoccupazione di perdere la salute. Ci vuole, dunque, uno sforzo congiunto ILVA (che oggi è lo Stato) e le Ditte appaltatrici per trovare soluzioni idonee e praticabili perché queste condizioni, assurde, trovino giuste ed immediate risoluzioni.

E’ condivisibile, peraltro, la proposta sindacale, circa il servizio mensa, assicurandolo magari ricorrendo alla stessa azienda fornitrice dei lavoratori diretti che, per obbligo contrattuale, è tenuta a fornire tutte le idonee garanzie di igiene alimentare in sede di fornitura dei pasti, è impensabile pensare al profitto a discapito dell’igiene e quindi alla salute dei lavoratori. Se Taranto ha saputo comprendere, sopportare il complesso e lento risanamento ambientale non può accettare e tollerare ulteriori sofferenze, per cose semplici ed elementari, non si può più aspettare.

La dignità lavorativa và garantita a tutti ed è assolutamente inaccettabile l’idea che nello stesso ambito lavorativo vi siano lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. A Voi, dunque, l’invito a superare positivamente le criticità denunziate, è troppo grande la responsabilità di far ammalare o morire le persone per carenze igieniche e per cattiva organizzazione o per risparmiare pochi euro.

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