Ilva, smog e acque reflue: nel rapporto Ue le pecche dell’Italia

ilva taranto

TARANTO – Viene citata anche l’Ilva nelle 38 pagine del rapporto sull’attuazione delle politiche ambientali pubblicato oggi dalla Commissione europea (leggi qui). In particolare, si ricorda che sono tuttora in corso  contro l’Italia una procedura di infrazione per il Siderurgico di Taranto, una per inadempienze sulla direttiva per l’inquinamento acustico e due per lo smog nelle città. In particolare, ci si attende che le due infrazioni, una sul superamento dei valori limite di PM10, e l’altra sui livelli di biossido di azoto (NO2) possano entrare nella seconda fase, quella del parere motivato, già nelle prossime settimane.

“La qualità dell’aria in Italia continua a destare preoccupazioni – si legge – per l’anno 2013 l’Agenzia europea dell’ambiente ha stimato che in Italia circa 66.630 morti premature fossero attribuibili alle concentrazioni di particolato fine, 3.380 alle
concentrazioni di ozono e 21.040 alle concentrazioni di biossido di azoto. Ciò è dovuto anche ai superamenti degli standard dell’UE per la qualità dell’aria. Questi problemi sono diventati estremamente preoccupanti nel novembre-dicembre del 2015”.

Nel documento si spiega inoltre che in Italia le licenze alle aziende in ambito ambientale vengono rilasciate a livello regionale e statale attraverso una cosiddetta autorizzazione integrata ambientale (AIA). “Tuttavia – è evidenziato – le prove dimostrano che l’attuazione delle condizioni prescritte nelle AIA non è sempre soddisfacente e richiede l’intervento delle autorità centrali e/o della Commissione europea, come illustrato dal caso ILVA di Taranto”.

Ecco una panoramica del contenzioso aperto che potrebbe sfociare in nuove sanzioni (da Repubblica.it).

Rifiuti. Oltre alla Campania e alle discariche abusive, dal 2011 l’Italia è sotto procedura di infrazione anche per le discariche che avrebbero dovuto essere chiuse entro il 16 luglio 2009 e dal 2015 per i ritardi nell’adozione dei piani regionali di gestione dei rifiuti. A queste si è aggiunta, nel 2009, l’infrazione per la mancata valutazione di impatto ambientale sulla messa in sicurezza di una parte dell’ex Acna di Cengio.

Acque reflue. Sono tre le procedure aperte, la più avanzata delle quali è quella sui centri urbani con più di 15.000 abitanti. Le altre riguardano, rispettivamente, agglomerati da oltre 10.000 abitanti che riversano le acque reflue in aree sensibili dal punto di vista della protezione ambientale, e centri con più di 2.000 abitanti.

Qualità dell’aria e inquinamento. Sono ancora in corso una procedura di infrazione per l’Ilva di Taranto, una per inadempienze sulla direttiva per l’inquinamento acustico e due per lo smog in città. In particolare, ci si attende che le due infrazioni, una sul superamento dei valori limite di PM10, e l’altra sui livelli di biossido di azoto (NO2) possano entrare nella seconda fase, quella del parere motivato, già nelle prossime settimane.

Tutela della Natura. L’Italia deve completare la designazione delle Zone Speciali di Conservazione previste dalla Direttiva Habitat.

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