Stato di salute a Taranto: domani i dettagli di uno studio curato da Forastiere

Sarà presentato alla stampa domani lo Studio sullo stato di salute delle persone residenti nei comuni di Taranto, Massafra e Statte, realizzato nell’ambito delle attività del Centro Salute ed Ambiente della Regione Puglia, in collaborazione con il Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio, della ASL di Taranto, di ARPA Puglia e di AReS Puglia.

L’area è da anni oggetto di attenzione per le possibili ripercussioni sulla salute della popolazione delle emissioni ambientali derivanti dagli impianti industriali presenti, in particolare dell’impianto siderurgico ILVA. Interverranno il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il direttore del Dipartimento Promozione della Salute Giovanni Gorgoni, il commissario AReS Giancarlo Ruscitti, il dirigente del Dipartimento di epidemiologia Regione Lazio Francesco Forastiere. La conferenza stampa si terrà alle ore 11.00, a Bari.

Nelle settimane passate alcune evidenze di danno sanitario nelle aree di Taranto e Brindisi sono state presentate al Congresso Mondiale di Epidemiologia Ambientale svoltosi a Roma dalll’1 al 4 settembre scorso. Si trattava proprio delle anticipazioni di uno studio commissionato dalla Regione Puglia ad un gruppo di ricerca guidato da Francesco Forastiere del DEP Lazio e composto da ricercatori di ARPA Puglia, Ares, ASL di Brindisi e Taranto.

Rispetto ai numerosi studi epidemiologici condotti su Taranto negli ultimi 20 anni la nuova ricerca ha potuto mettere in relazione l’aumento del particolato atmosferico (PM10) industriale specificamente proveniente dal siderurgico con le condizioni di salute e quindi anche con la mortalità di un gruppo numeroso di popolazione (coorte) residente nella città ionica per diversi anni, precisamente dal 1998 al 2010, e seguito nel suo destino sanitario fino al 2013.

Lo studio dimostra come i cambiamenti di PM10 prodotti dal siderurgico dal 2008 al 2013 sono correlabili al tasso di mortalità nei quartieri Tamburi, Isola e negli altri quartieri con maggiore intensità nel primo. Il picco di PM10 e di mortalità si registra nel 2011. La curva si abbassa dal 2012 in poi dopo il noto sequesto della Magistratura. Ad ogni microgrammo/m3 di aumento del PM10 in atmosfera corrisponde un aumento del 2,66% del rischio di morte naturale. Gli autori concludono che “esiste un effetto causale del PM10 industriale sulla mortalità dell’area di Taranto”.rimento a fattispecie di reato contro l’ambiente che contro l’incolumità pubblica.

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