Il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti ha consegnato nella giornata di ieri una lettera al Commissario dell’Autorità Portuale di Taranto, Sergio Prete, nella quale ribadisce la propria contrarietà alla nuova richiesta di concessione ventennale, avanzata dalla Cementir, per il 4° sporgente del porto di Taranto.
Il Comitato ha invocato con forza il rispetto di tutte le prescrizioni previste dalla legge da parte del concessionario che insiste nel porto di Taranto da quarant’anni. Inoltre il Comitato ha evidenziato il mancato rispetto del requisito di “massima redditività” relativamente alla richiesta di rilascio in esclusiva di una porzione importante del porto di Taranto, a fronte di soli 8 approdi nel corso del 2016 e di una totale mancanza di un piano industriale.
È paradossale: non solo si minaccia il licenziamento di 47 lavoratori dello stabilimento Cementir di Taranto ma, di contro, in una sorta di gioco perverso col territorio, si chiede il rilascio di una nuova concessione per altri vent’anni. Così come avviene dal lontano 1976. Il Gruppo Caltagirone sta licenziando in tutti gli stabilimenti di proprietà in Italia e non ha presentato alcun piano industriale di investimenti per il porto di Taranto. Peraltro Cementir ha l’obbligo di ottemperare ai lavori di ripristino della Calata 4 che deve essere restituita agli operatori del porto di Taranto.
Il Comitato ritiene fortemente strategica la concessione in parola in quanto insiste su una porzione portuale di rilevanza fondamentale, non solo per la presenza, a poche centinaia di metri, della Piastra Logistica ma anche e soprattutto, lo auspichiamo, per eventuali futuri scenari intermodali dell’area. Anche in relazione al progettato raddoppio del quarto sporgente.
Il Comitato chiede quindi il pieno rispetto della legge e non esiterà a rivolgersi alle Autorità competenti in caso di rilascio di una nuova concessione in esclusiva che, a nostro parere, non ha lecite basi normative per essere nuovamente emessa. Gli operatori portuali di Taranto chiedono nuovi spazi pubblici sui quali operare e quindi nuove opportunità per il territorio, finora impedite dalla presenza ingombrante di concessionari divenuti padroni del porto.
Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti
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