Ilva, dalla fabbrica segnalano la carenza di tute ignifughe

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TARANTO – «Da settimane c’è carenza di tute ignifughe». A segnalarlo ad Inchiostroverde.it sono alcuni lavoratori dell’area a caldo (reparto CCO1) che lamentano le difficoltà relative al ricambio degli indumenti. Si tratta di DPI, Dispositivi di Protezione Individuale, indumenti idonei per lo svolgimento di particolari mansioni e attività lavorative.
La notizia ci viene confermata da Vincenzo Vestita (Rappresentante Lavoratori per la Sicurezza ILVA della Fiom-Cgil) che due giorni fa ha scritto al direttore dello stabilimento, all’RSPP (Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione) e al capo area Magazzini, per segnalare le difficoltà a reperire presso i magazzini zonali e in quello centrale alcuni DPI, in particolare tute ignifughe e antiacido.
«La condizione attuale è di un’assoluta impossibilità di reperimento di tali Dispositivi – spiega Vestita – questa situazione porta molti lavoratori, assegnati a particolari mansioni e in determinate aree, a non rispettare i tempi di lavaggio stabiliti dall’azienda, e cosa ancor più grave, a dover svolgere le attività lavorative con DPI non in perfetto stato».
Ricordando che il D.Lgs 81/08 pone obblighi precisi per il datore di lavoro rispetto alla fornitura ai lavoratori dei DPI, il sindacalista ha chiesto un incontro urgente per essere messo a conoscenza in merito alle tempistiche di rientro di DPI che sarebbero carenti dall’inizio dell’estate e della modalità con cui l’azienda intende gestire tale fase transitoria. Questa richiesta di incontro segue alcune sollecitazioni avanzate nei mesi scorsi. Per quanto concerne, invece, i lavoratori impegnati in prossimità di materiale incandescente e fonti di calore, Vestita esclude che ci possa essere un utilizzo di indumenti non idonei in postazioni pericolose, a differenza di quanto riferitoci da altre fonti che oltre a paventare un rischio concreto per gli operai -ciò sarebbe gravissimo- lamentano anche la noncuranza di capi area e Sil (Sicurezza Lavoratori).
«Nello stabilimento vengono usate anche tute di cotone, più leggere, ma sono riservate a coloro che non svolgono mansioni a rischio – spiega il sindacalista a Inchiostroverde.it – ogni mansione ha una scheda di assegnazione DPI. Escludo che tute non ignifughe possano essere utilizzate per determinate attività, anche alla luce di quanto accaduto in passato». Chiaro il riferimento all’infortunio mortale avvenuto all’altoforno 2 che ha visto come sfortunato protagonista Alessandro Morricella, deceduto nel giugno del 2015 dopo aver riportato gravi ustioni.
Resta, comunque, il problema legato alla carenza di tute ignifughe. «In magazzino non ce sono – continua Vestita – per questo ho richiesto formalmente un incontro ai responsabili dell’azienda. Spero di avere riscontro quanto prima». Ora non resta che attendere la risposta che verrà fornita dall’Ilva. Vi aggiorneremo a breve.

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Alessandra Congedo
Direttore responsabile - Laureata in Scienze della Comunicazione all'Università del Salento con una tesi di laurea dal titolo “Effetti della comunicazione deterministica nella dicotomia industria/ambiente”, incentrata sulla questione ambientale tarantina. Ha collaborato con il TarantOggi, Voce del Popolo, Nota Bene, Radio Cittadella (SegnoUrbano On Air), Corriere del Mezzogiorno, Manifesto. Ha curato l’ufficio stampa del WWF Taranto per il progetto “Ecomuseo del mar Piccolo”. Il 21 novembre 2013 è stata premiata nella categoria “Giornalismo” nell’ambito della Rassegna Azzurro Salentino. Ha partecipato a "Fumo negli occhi", documentario sull'Ilva e sull'inchiesta "Ambiente Svenduto".

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