I contratti di filiera “medicina” contro le oscillazioni del mercato agricolo

Di fronte a una sala affollata di imprenditori agricoli, Francesco De Filippis, presidente del Consorzio Global Fresh Fruit, conclude i lavori di un interessante convegno con una dichiarazione programmatica: «Sono finiti i tempi in cui noi agricoltori, con il furgone carico di prodotti, la mattina presto andavamo al mercato per venderli al miglior offerente, esponendoci così a speculazioni di chi, non dando il giusto valore al nostro lavoro, imponeva il prezzo più basso possibile».

«Ma per fare questo – ha poi detto Francesco De Filippis – dobbiamo consorziarci per aumentare il nostro potere contrattuale rispetto al mercato e, soprattutto, dobbiamo innovare nostre aziende puntando alla qualità e alla tracciabilità dei prodotti e, inoltre, indirizzare le nostre produzioni verso le esigenze del mercato».

«In una parola sola dobbiamo “programmare” le nostre attività, ma per poter far questo dobbiamo avere certezza del reddito nel medio termine: oggi i contratti di filiera sono l’unico strumento che garantiscono ciò all’impresa agricola, un nuovo modo di produrre che impone all’agricoltore di dialogare e condividere scelte con chi acquista le produzioni. È un rapporto paritario nel quale noi agricoltori torniamo finalmente ad essere protagonisti delle nostre scelte».

Per un gruppo di aziende cerealicole dell’agro tarantino, ubicate in una zona dell’arco jonico che va da Laterza a San Giorgio Jonico, tutto questo è già realtà: riunitesi nel Consorzio Global Fresh Fruit, da due anni vendono la loro produzione di “grano aureo” al Gruppo Barilla nell’ambito di un innovativo contratto di filiera.

I risultati dei primi due anni di attività del Consorzio Global Fresh Fruit sono stati presentati giovedì scorso nel convegno “Contratti di Filiera”: la salvaguardia del reddito dei produttori nel rispetto della sicurezza per il consumatore”. Sono interventi Raffaello De Bello, assessore alle Attività Produttive ne all’Agricoltura del Comune di Massafra, Luca Lazzaro, presidente Confagricoltura Taranto e il rappresentante della CIA provinciale.

Introducendo i lavori la Dottoressa Grazia Bramante, responsabile Servizio Assistenza Tecnica filiera grano Consorzio G.F.F., ha sottolineato che la tracciabilità rappresenta per il consumatore la migliore garanzia per la salubrità degli alimenti, soprattutto quando si tratta di prodotti, come la pasta che, laddove fossero contaminati, non presenterebbero sintomi immediati, come nell’avvelenamento da botulino, ma arrecherebbero danni alla salute riscontrabili nel tempo, in special modo nei soggetti più vulnerabili come bambini e anziani.

È poi intervenuto il dottor Giuliano Palomba, Commissario Capo del Comando Regionale Corpo Forestale dello Stato di Bari, che ha illustrato i compiti che il Corpo Forestale, di concerto con altri organismi, svolge nel controllo della filiera alimentare per verificare la tracciabilità dei prodotti in vendita al pubblico. l’Ufficiale ha poi mostrato, con una serie di slide, i prodotti sequestrati in diverse operazioni contro la contraffazione alimentare: dalla pappa reale venduta come “made in Italy” ma di provenienza cinese, alle “orecchiette della Murgia pugliese” prodotte in Romania.

La parola poi è passata al dottor Paolo La Cava, Acquisitore grano per il Sud Italia del Gruppo Barilla: dopo aver mostrato i grafici con l’andamento del prezzo del grano negli ultimi lustri, nonché il rapporto tra domanda e offerta di materia prima nello stesso periodo, il manager del Gruppo Barilla ha spiegato che, nell’epoca della globalizzazione in cui tutti i mercati sono collegati tra loro, è impensabile che una sola realtà, per quanto importante, possa “gestire” il prezzo del grano. Si possono, invece, creare strumenti che garantiscano agli imprenditori agricoli un reddito medio costante per un certo periodo, evitando loro di subire le oscillazioni del mercato: il Contratto di filiera è uno di questi strumenti.

Paolo La Cava ha spiegato che l’idea è nata al Gruppo Barilla quando dovette riposizionare sul mercato il brand “Voiello”, la cui pasta veniva prodotta con grano degli States che aveva una qualità variabile. Nell’occasione, per ottenere un prodotto “top quality brand”, si decise di realizzare questa pasta solo con un grano di alta qualità coltivato esclusivamente in Italia. Si puntò sul Grano Aureo che presenta elevate caratteristiche in termini di glutine e di proteine, nonché, avendo una base genetica particolarmente solida, se ben coltivato garantisce al produttore un ottimo raccolto.

Il Grano Aureo, infatti, non si può solo seminare per poi aspettare il raccolto. Come prescrive il contratto di filiera della Barilla, infatti, deve essere “coltivato” secondo un preciso disciplinare agronomico che prevede l’utilizzo di un seme di qualità certificata, la concimazione e la cura del fondo e, infine, la mietitura e il conferimento al Mulino di Altamura che, dopo aver effettuato rigorosi controlli su ogni partita di grano in entrata, macina tutta la produzione dell’Italia meridionale. Tutto il processo avviene sotto il controllo “in campo” degli esperti della Barilla.

A settembre, prima ancora della semina, i produttori cerealicoli sottoscrivono il Contratto di filiera con il Gruppo Barilla: da un lato le aziende agricole si impegnano a coltivare sui loro fondi il Grano Aureo secondo un particolare disciplinare agronomico, da un altro il Gruppo Barilla si impegna ad acquistare tutto il loro raccolto ad un “prezzo minimo garantito” prestabilito; in seguito questo prezzo potrà solo aumentare in base a un calcolo basato sulla media, in un determinato periodo, del prezzo del grano duro al listino della Borsa merci di Foggia.

Grazie a questo “Contratto di filiera”, il primo realizzato nel settore cerealicolo nel Meridione, il produttore avrà garantito un prezzo remunerativo rispetto al lavoro che andrà a realizzare, mentre il Gruppo Barilla disporrà di una certa quantità di “Grano Aureo” per la produzione della “Pasta Voiello”.

Paolo La Cava ha concluso il suo intervento affermando che i contratti di filiera rappresentano l’unica “medicina” per garantire ai produttori agricoli un reddito soddisfacente in un periodo di medio termine, mettendoli così al riparo dalle oscillazioni dei mercati, e consentendo loro di operare investimenti e programmare la loro produzione.

Il Consorzio Global Fresh Fruit, con sede a Massafra in via Chiatona, è stato costituito due anni addietro da sei “soci fondatori” ai quali, con contratti di produzione annuale, si sono via via aggregate altre aziende agricole: il primo anno sono state 18, quest’anno 56, mentre per la prossima produzione si prevedono circa 150 produttori, il numero definitivo si conoscerà a metà settembre quando, prima della semina, si dovrà sottoscrivere nuovamente il Contratto di filiera con il Gruppo Barilla anche per la nuova produzione.

Un po’ di numeri: l’anno scorso i produttori del Consorzio Global Fresh Fruit hanno raccolto 2.000 quintali di frumento per un valore di 90.000 euro, mentre quest’anno hanno raccolto, sui 150 ettari messi a coltivazione di qualità, circa 6.000 quintali per un valore di 180.000 euro; per l’anno prossimo è già stata assicurata al Gruppo Barilla la coltivazione di 250 ettari che dovrebbero produrre 10/11.000 quintali di frumento.

Be the first to comment on "I contratti di filiera “medicina” contro le oscillazioni del mercato agricolo"

Tinggalkan komentar