Ilva, Renzi e quei dieci minuti con la pediatra Moschetti (Isde)

TARANTOIeri avevamo incontrato la pediatra Annamaria Moschetti, medico Isde, lungo il tragitto tra il Museo archeologico nazionale e la Prefettura. Ci aveva confidato la sua amarezza per il mancato incontro con il presidente del Consiglio Matteo Renzi, sollecitato da tempo e non ancora andato a buon fine nonostante qualche impegno verbale. Un incontro che avrebbe dovuto accendere i riflettori sull’emergenza sanitaria ionica, a cominciare da quella che interessa i bambini. Poco dopo, però, grazie all’intervento del presidente della Regione Michele Emiliano, l’incontro col premier c’è stato, anche se breve (solo una decina di minuti). Riportiamo di seguito il resoconto fornito dalla dott.ssa Moschetti.

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Cercherò di farvi un resoconto il più dettagliato possibile del mio colloquio con Renzi che si è svolto in maniera riservata. Sono stati dieci minuti circa e spero di essere stata efficace. Scriverò quello che ricordo il più puntualmente possibile. Non sempre userò le parole esatte del colloquio, che non posso riportare come se fossero registrate, o forse l’esatto ordine cronologico degli argomenti trattati, ma i contenuti sono riportati il più fedelmente possibile. Questa nota è pubblica. Se ci sono inesattezze Renzi potrà intervenire.

Questa mattina, giunta a Taranto, ho chiesto per telefono al presidente Michele Emiliano di darmi la possibilità di accedere alla conferenza stampa del presidente del Consiglio Renzi che si svolgeva in prefettura. Lo ringrazio per aver immediatamente corrisposto alla mia richiesta. Quando è terminata la conferenza stampa, ho avvicinato Renzi e mi sono presentata ricordandogli di avergli chiesto un colloquio due anni fa. Si è subito ricordato di me. “Ah lei è la famosa pediatra…”, e mi ha chiesto, prontamente, di seguirlo per prendere insieme un caffè in una saletta riservata.

Nella saletta allestita per il caffè non c’erano giornalisti e telecamere. Sono venuti anche il ministro Del Rio, che è un medico, e che ho invitato, per questo, ad avvicinarsi e la viceministro dello sviluppo Economico Teresa Bellanova che è stata subito chiamata ad avvicinarsi da Renzi. Il colloquio pertanto si è svolto tra me e Renzi alla presenza dei due citati. Renzi: “Finalmente ci incontriamo anche se dopo due anni“. Io: “Lei non mi ha certo chiamata come si era impegnato a fare. Sono qui perché me lo ha consentito il presidente Emiliano”. Non ha obiettato. Ho detto a Renzi che, secondo dati ufficiali prodotti da ARPA Puglia e liberamente scaricabili dal sito governativo dell’ISPRA, alla fine del precorso di attuazione dell’AIA rimarranno 12000 cittadini tarantini esposti a rischio cancerogeno che la scienza definisce “di misura inaccettabile” e che i tarantini non possono essere certo grati al governo per questo.

Renzi subito: “Allora mi dia lei la soluzione, volete la chiusura?”. Io detto che la responsabilità delle scelte è del governo e quindi sua, e che il mio compito in quel momento era fare presenti questi dati perché un domani lui e nessuno non possa dire che non sapeva e ritenersi assolto da questa responsabilità. Allora lui ha detto: “Anche una signora, una volta, voleva farmi credere che l’inceneritore faceva venire il tumore ed invece…”. Io gli ho detto che non riferivo opinioni personali, ma dati scientifici pubblici ed incontestati. Ho chiesto a Del Rio una conferma, perché, in quanto medico, queste cose dovrebbe conoscerle bene.

Ha fatto un impercettibile cenno che mi è parso un si. In sostanza non ha negato, ma non è intervenuto a confermare verbalmente rinforzando la mia comunicazione. Credo che il suo silenzio non sia però passato inosservato a Renzi che ha taciuto un attimo con una espressione “sospesa”di quelle con le quali spesso lo si ritrae mentre riflette. La Bellanova è intervenuta: ”Volete farci passare per assassini!“, ha detto, chiaramente concitata, “…assassini “ . Credo che le grida “assassini“ che si erano sentite chiaramente provenire dalla strada l’abbiano colpita. Non sono intervenuta su questo punto.

In conferenza stampa avevano detto che a settembre saranno consegnate le cinque scuole dei Tamburi. Io sono intervenuta su questo secondo tema dicendo che se pure bonificavano le scuole, nei giorni di vento forte si sarebbero nuovamente inondate di polvere proveniente dai parchi minerali, polvere che imbratta tutto, polvere che la gente si ritrova addosso (ho fatto il cenno delle mani sporche), nelle case e dappertutto e che la copertura dei parchi doveva essere completata già dal 2015… ho di fatto rinforzato quello che Emiliano ha detto chiaramente in conferenza stampa e cioè che “non si può bonificare senza chiudere la fonte inquinante”.

La Bellanova ha detto che i parchi sono anni che sono scoperti, loro devono trovare i fondi per coprirli e li troveranno producendo. La vice ministro parlava chiaramente concitata e il suo pensiero non è traducibile in maniera lineare. Ha aggiunto che loro col decimo decreto hanno nominato tre esperti per verificare il piano ambientale. Ho eccepito che nessuno di loro è un medico. Renzi ha detto che come in tutto il mondo anche a Taranto si può produrre in maniera sostenibile. Ho obiettato che non è possibile rendere sostenibile un impianto di quelle dimensioni, così a ridosso della città e con quelle metodiche produttive e che a Duisburg hanno distanziato l’area a caldo e i parchi minerali li hanno al porto di Rotterdam.

Renzi ribadiva che “stiamo seguendo un percorso di legge” e ha aggiunto che “le valutazioni sanitarie che lei fa sono state già esaminate dagli esperti”. Ho obiettato che il loro percorso di legge comprende un emendamento poi trasformato in legge sulla Valutazione del Danno Sanitario. E che quella posticipa le analisi sul danno alla salute. E che questo non si può accettare. Mi è parso (posso sbagliare) che non mi seguisse su argomenti così tecnici. “Noi stiamo seguendo un percorso di legge“, ripeteva, “per rendere compatibile…”. Mi ha salutato si è allontanato insieme alla Bellanova. Ho detto a del Rio, che era ancora lì, che mi pareva che il presidente Renzi, non essendo un medico, le questioni sanitarie non le seguisse bene. Ha risposto che secondo lui le capiva bene.

Ho chiesto un tempo più disteso per entrare nel dettaglio. Del Rio ha risposto che non ce n’è bisogno perché loro hanno i loro esperti anche in materia sanitaria. Ed è andato via anche lui. Sono rimasta sola nella saletta con i camerieri e mi sono fatta servire una spremuta . Avrei potuto dire di più e meglio. Il tempo era stretto, l’argomento complesso, il colloquio a tratti concitato. Ho fatto il possibile. Non avevo neanche l’abbigliamento adatto, non mi ero preparata all’incontro inaspettato e venivo correndo da una mattinata di ambulatorio pediatrico a Palagianello. Spero di aver inciso un po’. Comunque la voce della città “un po’“ è arrivata. Spero.

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