“La salute non si affitta e non si vende”, l’Usb propone uno sciopero e corteo dei lavoratori Ilva

ilva taranto

 

Al via le assemblee USB all’interno dell’Ilva. Dieci giorni (da oggi fino al 30 di giugno) in cui si discuterà dei dati dello studio Sentieri, della questione diossina, dell’amianto, del decimo decreto della vendita. Agli incontri parteciperà Sergio Bellavita del coordinamento nazionale USB.

“A quattro anni dal provvedimento della magistratura del 26 luglio 2012, noi proponiamo ai dipendenti uno sciopero con corteo dall’Ilva fino all’Eni. Il nostro slogan sarà la salute non si affitta e non si vende. Firmato i lavoratori Ilva di Taranto – dichiara Franco Rizzo, coordinatore provinciale USB Taranto -. Durante le assemblee contesteremo l’impunibilità anche per gli acquirenti del decreto salva-Ilva, che, andando in deroga alla Costituzione stessa, permette, a chi comprerà l’azienda, di non essere punibile per illeciti e il fatto che si usino soldi pubblici con una gestione di tipo privata. Le due cordate pronte ad acquistare lo stabilimento hanno già fatto sapere che la produzione sarà intorno ai 6 milioni di tonnellate e quindi ci saranno adeguamenti rispetto ai dipendenti. Anche questo è un dato da non sottovalutare”.

USB inoltre punta su un altro aspetto importante, riguardante la salute dei lavoratori e la possibilità di anticipare il pensionamento. “In nessuno dei dieci decreti, il Governo ha espresso una sola parola in favore dei lavoratori, pur essendo il Governo stesso, tramite l’Istituto superiore della sanità, a dichiarare che i primi ad essere esposti agli agenti cancerogeni sono i lavoratori Ilva di Taranto – va avanti Rizzo -. Nessuno si è mai preoccupato di varare una legge per permettere l’agevolazione anticipata in pensione ai dipendenti. A partire dalla seconda settimana di luglio avvieremo una raccolta firme tra i lavoratori su una legge che stiamo appositamente scrivendo e che gireremo a tutti i partiti del Parlamento proprio per permettere a tutti i lavoratori Ilva che sono stati soggetti all’amianto e alla diossina e agli agenti cancerogeni (così come dimostrato dai vari enti ministeriali) di poter andare prima in pensione”.

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