Referendum no triv, Landini (Fiom): non rispetto chi invita all’astensione

«In questo Paese nel settore metalmeccanico dal 2007 ad oggi sono stati persi 400mila posti di lavoro e non c’è stato nessun referendum. Quindi sarebbe utile non dare i numeri, e porci il problema di quanti posti di lavoro si potrebbero creare se partisse un piano vero su tutte le energie rinnovabili». Lo ha detto il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, rispondendo a chi gli chiedeva se è vero, come sostiene il premier Matteo Renzi, che una vittoria del ‘sì’ al referendum sulle trivellazioni porterà alla perdita di posti di lavoro.

Landini ha partecipato a Bari alla manifestazione per il ‘sì’, chiamata ‘SiAmo il marè. Landini ha spiegato che «la posizione della Fiom nasce dai problemi che abbiamo vissuto: dalla vicenda dell’Ilva di Taranto, dai petrolchimici, dall’esperienza. La Fiom non è sindacato ambientalista a prescindere. Però di fronte a tutte le cose che stanno succedendo, alle contraddizioni, ha maturato la necessità che se oggi vuoi difendere il lavoro devi cambiare anche sistemi di produzione. E che oggi il problema del rapporto tra quello che produci e la sostenibilità ambientale, è un nuovo paradigma che devi assumere».

«C’è stata anche al nostro interno una maturazione – ha precisato il segretario generale Fiom – poi rispetto anche quelli che votano no. Non rispetto chi invita a non andare a votare». Per Landini, «una delle cavolate che il nostro Paese ha fatto, è che sta utilizzando molto le energie rinnovabili ma non ha costruito una filiera produttiva e molto spesso le cose che si utilizzano sono prodotte in altri Paesi. Quindi la discussione vera da fare per uscire da una situazione di crisi è su quali livelli di investimenti devono essere fatti». «Il punto che abbiamo di fronte – ha concluso – è aprire una discussione su cosa significa oggi produrre, cosa produrre e con quale sostenibilità ambientale. Ma un passaggio del genere ha bisogno di un coordinamento nazionale che oggi non c’è». (Ansa)

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