Al TaTÀ di Taranto un laboratorio di drammaturgia in movimento

 

Parole per dire la città. Ad aprile, al TaTÀ di Taranto, in via Grazia Deledda ai Tamburi, Renata Molinari, scrittrice, dramaturga e docente di drammaturgia, terrà un laboratorio di drammaturgia in movimento. La nuova offerta formativa del Crest si svilupperà in due fasi (la prima, 6, 7 e 8 aprile; la seconda, 21, 22 e 23 aprile): dalle ore 16 alle 21 gli orari del workshop.

Si comincerà dal lavoro sulla postura percettiva, dell’attore e del drammaturgo: una postura percettiva alla base del lavoro di rappresentazione e racconto. E, seguendo Brecht (“La prima cosa che dovete imparare, è l’arte dell’osservazione”), si cercherà di attivare una precisa consapevolezza di sguardo, nella distrazione o convenzione quotidiana. Dallo sguardo al racconto, da soli e soprattutto assieme, in modo che dalla osservazione si passi alla visione. Una visione condivisa, con i compagni di lavoro, con gli autori di riferimento, con la città che si vive, anche temporaneamente.

La città, in questo caso Taranto, entra a far parte del lavoro e comincia l’interazione fra percezione e memoria. Collegare ciò che si vede a fatti compiuti, possibili nuclei di storie. Parole per dire la città, movimenti, posture e azioni per vederla, esperienze per raccontarla: stare qui, fra osservazione e scrittura. La percezione in movimento pone l’osservatore dentro la cosa osservata. La ripetizione aiuta a vedere. Si cercherà di allenare uno sguardo teatrale, interessato alle relazioni che i diversi luoghi veicolano o rendono possibile, a volte necessario: da qui è possibile produrre materiale per una composizione drammaturgica.

Nel momento in cui più persone sono impegnate su uno stesso testo o sulla stessa mappa, gli esercizi di composizione guidano a intrecciare i raccordi e le relazioni fra temi, proposte e soggetti diversi, attivandone il potenziale drammaturgico. Le mappe su cui si può lavorare sono molteplici: si va dalle vie di scorrimento della città, ai luoghi di aggregazione, passando per le stratificazioni storiche o sovrapposizioni che in uno stesso segmento metropolitano si sono susseguite nel corso degli anni, sempre seguendo il filo delle relazioni umane. L’obbiettivo del laboratorio non è fare un reportage dalla città, ma realizzare delle azioni, primi schizzi di drammaturgia urbana.

La quota di partecipazione è di 90 euro (pagamento anticipato, direttamente agli uffici del Crest o tramite bonifico). Per iscriversi è necessario inviare una mail aformazione@teatrocrest.it indicando il proprio nome, cognome, residenza e numero di telefono.

Renata Molinari è osservatrice partecipe della scena italiana, a partire dalle esperienze di teatro diffuso degli anni ’70. È stata interlocutrice attiva di gruppi e artisti del Nuovo Teatro e progressivamente si è avvicinata alla creazione teatrale e alla scrittura per la scena. Pioniere in Italia della figura e dell’attività del dramaturg e della sua teorizzazione, assieme a Claudio Meldolesi. Al lavoro per la scena affianca una intensa attività nella formazione al teatro. La pratica del laboratorio e la drammaturgia come pedagogia sono i perni della sua attività e riflessione teorica. Delle proprie esperienze drammaturgiche e pedagogiche c’è traccia in numerose pubblicazioni. A indicare maestri e compagni di teatro particolarmente significativi, tre titoli (“Viaggio nel Teatro di Thierry Salmon”, 2008; “Diario dal Teatro delle Fonti”, 2006; “Il lavoro del dramaturg”, con Claudio Meldolesi, 2007) e un’esperienza di lavoro determinante (redazione del “Patologo” di Franco Quadri).

 

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