“Per la privatizzazione dell’Ilva occorre fare più e meglio di quanto si è fatto finora”. Ad affermarlo il Consiglio della Fondazione “Assistenza religiosa morale operai” (Armo) della diocesi di Genova, riunitosi sabato 30 gennaio e presieduto dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, che ha firmato un documento sulla situazione dell’Ilva e, più in generale, della industria manifatturiera italiana. Lo riporta l’Agensir (Servizio di Informazione Religiosa).

“Il futuro dell’Ilva – si legge nel testo pubblicato sul settimanale cattolico di Genova ‘Il Cittadino’ – avrà ripercussioni su tutta l’industria italiana perché, l’Italia è un Paese trasformatore, senza materie prime, perciò è basilare che abbia una forte industria primaria che permetta di poter salvaguardare la manifattura, senza essere alla mercé delle forniture di Paesi che sono concorrenti proprio in questo settore”.

“L’incontro del 4 febbraio alla presenza del Sottosegretario allo Sviluppo Economico, segna una tappa nel difficile cammino della cessione dell’Ilva”, pertanto “è del tutto giustificata e doverosa qualche riflessione sul processo in corso, dal momento che riguarda i circa 19.000 lavoratori dei vari siti che l’azienda ha sul territorio nazionale e le migliaia di addetti dell’indotto”.