Ilva e aiuti di Stato, Bruxelles indaga per “vantaggio indebito” – IL DOCUMENTO UFFICIALE

bandiera_ue2_big_1La Commissione europea ha avviato una indagine approfondita per stabilire se il sostegno dato dallo Stato italiano alle acciaierie Ilva rispetti la normativa Ue sugli aiuti di Stato. Con un comunicato, Bruxelles precisa che vaglierà in particolare se l’accesso agevolato al finanziamento accordato all’Ilva per ammodernare lo stabilimento di Taranto conferisca all’azienda un vantaggio indebito precluso ai concorrenti. Data l’urgenza di decontaminare il sito Ilva di Taranto, la decisione della Commissione prevede inoltre garanzie che consentono all’Italia di attuare immediatamente il risanamento ambientale.

federica guidiQuesto il commento del  ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi “L’Italia continuerà a collaborare con la Commissione europea per dimostrare la correttezza dei suoi interventi sull’Ilva”. Per Guidi si tratta di un “atto dovuto” e ci sono “importanti aperture da Bruxelles”. “E’ molto positivo – ha aggiunto – che la Commissione abbia riconosciuto l’importanza che, per far fronte all’emergenza ambientale e alla relativa procedura d’infrazione aperta da anni, siano necessari fondi pubblici”.

Vi invitiamo a leggere con molta attenzione il documento ufficiale prodotto dalla Commissione Ue, soprattutto nel passaggio che fa emergere la sua posizione in merito alle prospettive del siderurgico: “la migliore garanzia di un futuro sostenibile per la produzione siderurgica nel Tarantino è la cessione delle attività dell’ILVA a un acquirente che le metta in conformità con le norme ambientali e le sfrutti a scopi produttivi”. 

IL DOCUMENTO UFFICIALE UE

La Commissione europea ha avviato un’indagine approfondita per stabilire se il sostegno dato dallo Stato italiano alle acciaierie ILVA rispetti la normativa UE sugli aiuti di Stato.

Nell’indagine la Commissione vaglierà in particolare se l’accesso agevolato al finanziamento accordato all’ILVA per ammodernare lo stabilimento di Taranto conferisca all’azienda un vantaggio indebito precluso ai concorrenti. Data l’urgenza di decontaminare il sito ILVA di Taranto, la decisione della Commissione prevede inoltre garanzie che consentono all’Italia di attuare immediatamente il risanamento ambientale. L’avvio di un’indagine approfondita offre ai terzi interessati la possibilità di presentare osservazioni sulle misure sottoposte a valutazione, senza pregiudicare l’esito dell’indagine stessa.

Dati i problemi di sovraccapacità presenti nell’industria siderurgica dell’UE, le norme UE sugli aiuti di Stato consentono solo di promuovere la competitività a lungo termine e l’efficienza delle acciaierie, ma non di sostenere i produttori che versano in difficoltà finanziarie. Tali norme sono state applicate sistematicamente in vari Stati membri.

Margrethe Vestager, Commissaria responsabile della politica della concorrenza, ha dichiarato: “In tutta l’UE l’industria siderurgica deve fare i conti con la sovraccapacità a livello mondiale e con la forza delle importazioni, sfide alle quali occorre rispondere migliorando la competitività mondiale del settore nel lungo periodo. In quest’ottica, le norme UE sugli aiuti di Stato consentono agli Stati membri, per esempio, di sostenere le attività di ricerca o di alleviare i costi energetici delle imprese siderurgiche, mentre la Commissione si occupa di evitare distorsioni nel commercio internazionale applicando provvedimenti antidumping o antisovvenzioni. Per lo stesso motivo gli Stati membri dell’UE e la Commissione hanno instaurato garanzie rigorose che impediscono di erogare aiuti di Stato per soccorrere e ristrutturare le imprese siderurgiche in difficoltà. Si evitano così i danni di una corsa alle sovvenzioni fra gli Stati membri e si scongiura il rischio che l’erogazione incontrollata di aiuti di Stato in un paese metta ingiustamente a repentaglio migliaia di posti di lavoro in tutta l’UE.

Nel caso specifico dell’ILVA, la Commissione valuterà ora se le misure italiane di sostegno rispettino le norme UE sugli aiuti di Stato. Collaboreremo con l’Italia per superare le nostre attuali preoccupazioni. La migliore garanzia di un futuro sostenibile per la produzione siderurgica nel Tarantino è la cessione delle attività dell’ILVA a un acquirente che le metta in conformità con le norme ambientali e le sfrutti a scopi produttivi. La decisione odierna chiarisce inoltre all’Italia che può sostenere il risanamento della grave situazione ambientale nel sito di Taranto, purché la spesa sostenuta sia poi rimborsata dall’inquinatore.

Lo stabilimento ILVA di Taranto è il più grande impianto siderurgico dell’UE, in grado di produrre, a piena capacità, un volume pari a quello ottenuto nel 2015 da Bulgaria, Grecia, Ungheria, Croazia, Slovenia, Romania e Lussemburgo messi assieme. La Commissione ha ricevuto numerose denunce di parti interessate contro misure che lo Stato italiano avrebbe adottato per tenere artificialmente a galla l’ILVA, misure che, in considerazione delle consistenti capacità di produzione dello stabilimento, potrebbero comportare una distorsione significativa della concorrenza.

Fra queste misure, che potrebbero rappresentare complessivamente finanziamenti sostenuti dallo Stato per un importo attorno ai 2 miliardi di euro, si annoverano le garanzie statali sui prestiti, una legge che, in caso di fallimento, attribuisce in via eccezionale ai prestiti concessi all’ILVA la priorità assoluta di pagamento anche rispetto ai debiti verso enti pubblici, una legge che consente all’ILVA di attingere ai fondi sequestrati ai suoi azionisti ed ex dirigenti nel contesto del procedimento penale pendente prima ancora che ne sia accertata la proprietà e la risoluzione, mediante svincolo di fondi a favore dell’ILVA, del contenzioso che da tempo la opponeva alla società di Stato Fintecna.

La Commissione, che ha l’obbligo di esaminare le denunce di potenziali violazioni delle norme UE sugli aiuti di Stato, approfondirà ora l’analisi per appurare se trovi riscontro la sua preoccupazione iniziale, ossia che le misure in questione violino le norme UE sugli aiuti di Stato conferendo all’ILVA un vantaggio indebito precluso ai concorrenti.

Problemi ambientali e sanitari nel Tarantino

Per molti anni l’ILVA ha disatteso le norme ambientali, causando gravi problemi per l’ambiente e la salute pubblica nel Tarantino. Dal 2013 la Commissione porta avanti nei confronti dell’Italia un procedimento d’infrazione per non aver provveduto a che l’ILVA rispettasse la legislazione dell’UE che stabilisce le norme ambientali per le emissioni industriali. In esito a un procedimento penale nazionale i massimi dirigenti dell’ILVA sono stati rinviati a giudizio per presunto disastro ambientale e hanno lasciato la direzione della società. Per poter proseguire l’attività industriale ammodernando nel contempo l’impianto per adeguarlo alle norme ambientali, da giugno 2013 l’ILVA è gestita in amministrazione straordinaria da commissari nominati dal governo.

La decisione odierna esplicita le attuali preoccupazioni della Commissione circa l’impiego di denaro pubblico per ammodernare la produzione nello stabilimento ILVA di Taranto, ma non impedisce all’Italia di sostenere le misure necessarie e urgenti per risanare la situazione ambientale e contenere l’inquinamento presente nel sito dell’ILVA e nelle zone circostanti e per migliorare la salute pubblica nel Tarantino. Quando i giudici nazionali avranno individuato l’inquinatore responsabile, le autorità italiane dovranno, in ossequio al principio “chi inquina paga”, chiedergli di rimborsare, con i relativi interessi, il denaro pubblico speso per il risanamento ambientale e per il contenimento dell’inquinamento. Quest’indagine sugli aiuti di Stato non inciderà sul procedimento d’infrazione aperto nei confronti dell’Italia per quanto riguarda la normativa ambientale dell’UE; le iniziative adottate dall’Italia affinché l’ILVA rispetti le norme ambientali dell’UE sulle emissioni industriali devono essere conformi alla normativa dell’UE sugli aiuti di Stato.

Siderurgia europea e normativa UE sugli aiuti di Stato

La siderurgia rappresenta oggi in Europa un fatturato attorno a 180 miliardi di euro, l’occupazione diretta di circa 360 000 persone e una produzione di circa 170 milioni di tonnellate di acciaio l’anno in oltre 500 siti di produzione di 23 Stati membri. Nel 2015 la sovraccapacità effettivamente presente nell’UE è stata stimata al 10-15% circa della capacità europea complessiva. Le acciaierie europee devono far fronte a sfide di dimensione mondiale, tra cui l’agguerrita concorrenza dei paesi a basso costo, anch’essi caratterizzati da una considerevole sovraccapacità, il calo della domanda globale di acciaio, l’aumento dei costi energetici e la forte dipendenza dalle importazioni di materie prime.

Per questi motivi la normativa UE sugli aiuti di Stato non permette nel settore siderurgico l’erogazione di sostegno pubblico per soccorrere e ristrutturare le imprese in difficoltà: la siderurgia è stata infatti esclusa a metà degli anni 1990 di comune accordo tra gli Stati membri dell’UE e la Commissione (decisione n. 2496/96/CECA della Commissione). Da quel momento l’UE si è attenuta a un approccio di mercato per realizzare gli adeguamenti delle capacità e le ristrutturazioni necessari ai fini della redditività e sostenibilità dell’industria siderurgica in Europa. La Commissione ha il dovere di mantenere la coerenza nell’applicazione delle norme sugli aiuti di Stato per garantire pari condizioni di concorrenza alle imprese siderurgiche che attuano o hanno già attuato piani dolorosi e costosi di ristrutturazione finanziati con fondi privati. L’esperienza del passato dimostra inoltre che autorizzare gli aiuti a fini di salvataggio e di ristrutturazione equivarrebbe a falsare la concorrenza, con il rischio d’innescare una corsa alle sovvenzioni tra gli Stati membri.

Nel contempo la normativa UE sugli aiuti di Stato consente però agli Stati membri di erogare aiuti volti a migliorare la competitività delle acciaierie europee su scala mondiale, ad esempio a fini di ricerca e sviluppo, formazione e sostegno alle attività ad alta intensità energetica. Negli ultimi anni vari Stati membri hanno adottato misure tese a compensare le industrie che svolgono attività ad alta intensità energetica, tra cui le acciaierie, per gli elevati costi energetici che si trovano a sostenere. Sebbene influiscano sulla concorrenza nel settore siderurgico, queste misure promuovono importanti obiettivi d’interesse comune. Sono inoltre fissati limiti precisi dell’entità degli aiuti di Stato erogabili.

Altre attività della Commissione inerenti alla siderurgia europea

 Da tempo la Commissione interviene per assicurare, ad esempio, pari condizioni di concorrenza tra i produttori dell’UE e i produttori stranieri: il sostegno dell’UE a un commercio aperto ed equo dipende infatti dall’esistenza di tali pari condizioni. Gli strumenti di difesa commerciale, quali i provvedimenti antidumping e antisovvenzioni, servono a tutelare l’Unione europea dalle distorsioni degli scambi internazionali e dal commercio sleale. Sono attualmente 34 i provvedimenti definitivi applicati nell’UE alle importazioni di prodotti siderurgici, mentre per altri 6 prodotti siderurgici sono in corso nuove indagini antidumping o antisovvenzioni.

La Commissione è fortemente impegnata a migliorare la competitività generale della base industriale europea. La competitività della siderurgia europea è uno dei principali assi dell’agenda industriale dell’UE e le considerazioni legate all’obiettivo della competitività dell’industria vengono integrate in altre politiche dell’Unione. I vari comparti dell’industria europea devono far fronte a sfide comuni: modernizzazione nell’era digitale, efficienza energetica e integrazione nelle catene globali del valore. Sulla scia della strategia per il mercato unico del 2015 e della strategia per il mercato unico digitale, le iniziative attuate mireranno a una maggiore integrazione tra i vari settori, superando i compartimenti stagni e gli approcci settoriali. La Commissione ha istituito un gruppo ad alto livello sulle industrie ad alta intensità energetica, incaricato di assisterla sulle questioni politiche e di fungere da forum di discussione per i portatori d’interesse. Il 15 febbraio 2016 si terrà a Bruxelles una conferenza specifica ad alto livello nella quale saranno repertoriate le sfide attuali e discussi gli interventi politici possibili. La Commissione continua a lavorare all’attuazione del piano d’azione per una siderurgia europea competitiva e sostenibile adottato nel 2013.

L’UE ha costituito il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) per venire in aiuto alle persone costrette ad adeguarsi in conseguenza della globalizzazione. Dal suo avvio nel 2007 il FEG ha erogato circa 550 milioni di euro in aiuto di oltre 128 000 lavoratori. Il FEG sostiene finanziariamente i lavoratori collocati in esubero per migliorarne l’occupabilità e aiutarli a trovare nuovi sbocchi occupazionali (con formazione professionale, riqualificazione, incentivi e indennità temporanei, ecc.). Dal 2014, ad esempio, il FEG sostiene azioni volte a promuovere l’occupabilità dei lavoratori siderurgici colpiti dalla chiusura dei siti di produzione in Belgio. Una volta definite le eventuali questioni di riservatezza, la versione non riservata delle decisioni sarà disponibile sul sito web della DG Concorrenza, nel Registro degli aiuti di Stato, con il numero SA.38 613. Le nuove decisioni in materia di aiuti di Stato pubblicate su internet e nella Gazzetta ufficiale dell’UE figurano nel bollettino elettronico di informazione settimanale in materia di aiuti di Stato (State Aid Weekly e-News).

 

About the Author

Nicola Sammali
Vicedirettore. Giornalista pubblicista e blogger. Ha conseguito la Laurea quinquennale in Scienze della Comunicazione all'Università degli studi di Perugia nel 2005. Ha lavorato per "SegnoUrbano", "Radio Cittadella", "Telerama". Ha scritto per "Alchimie" (web magazine). Collabora con "Terra Ionica". Twitter: @NicSammali81 - E-mail: nicsamma81@gmail.com

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