Nella riunione di ieri il Consiglio Generale di Confindustria ha posto al centro del dibattito la vicenda Ilva, con particolare riferimento all’ipotesi di chiusura del secondo altoforno, oggetto in questi giorni di scelte che potrebbero determinare definitivamente le sorti dell’impresa. Il Consiglio Generale ha espresso unanime preoccupazione per una vicenda che rischia di assumere contorni drammatici, in primo luogo per le conseguenze sui livelli occupazionali ma anche per la strategicità che riveste nel nostro paese la produzione di acciaio, asset fondamentale. A testimonianza del sostegno all’impresa e al territorio tarantino è stato deciso che la prossima riunione del Consiglio Generale di settembre si svolgerà a Taranto. Di seguito la lettera di Confindustria Puglia e delle diramazioni cittadine al presidente Squinzi.
“Desideriamo innanzi tutto esprimerti il nostro più sincero ringraziamento per aver scelto la città di Taranto quale sede deputata ad ospitare il Consiglio Generale di Confindustria del prossimo 24 settembre. Si tratta per noi di un segnale importante in quanto tangibile testimonianza della forte attenzione verso un territorio mai come in questo momento avversato da una serie di eventi contrastanti ed allo stesso tempo preoccupanti.
La parabola Ilva traccia, infatti, oggi uno dei suoi picchi più alti di conflittualità, registrando da una parte il costante impegno del Governo nel cercare di risolvere le problematiche connesse alla continuità produttiva ed alle questioni ambientali; dall’altra, l’altrettanto costante intervento della magistratura -mirato ad ottenere le più ampie garanzie sul fronte della sicurezza dello stabilimento- che si traduce nelle oramai note e reiterate istanze di fermata degli impianti.
Pur non entrando nel merito della questione – sia perché particolarmente complessa e articolata sia perché sappiamo essere a te ampiamente nota – potrai comprendere, caro Presidente, il clima di incertezza e di preoccupazione che serpeggia oramai da mesi fuori e dentro la fabbrica, e che si ripercuote pesantemente su tutto il sistema sociale, economico e produttivo senza soluzione di continuità.
Abbiamo apprezzato, a questo proposito, la tua lettera al Corriere della Sera del 17 luglio scorso in cui tracci sapientemente una giusta linea di demarcazione fra giustizia ed economia, pur riconoscendo all’una ed all’altra un ruolo fondamentale, nel tentativo di ricomporre un equilibrio sicuramente oggi fra i più difficili da raggiungere. Abbiamo condiviso nella tua analisi molte delle istanze che faticosamente portiamo avanti su questo territorio, nel tentativo di far comprendere che “industria” non è sinonimo di violazione delle regole ambientali ma che, al contrario, è proprio attraverso la certezza delle regole che riesce ad ottemperare al suo ruolo migliore, di volano di ricchezza e benessere per il territorio.
Il ruolo di forte proposizione di Confindustria è per noi- in questo momento particolare e delicatissimo – fondamentale e irrinunciabile: mentre si discute dell’Afo 2, oggetto della diatriba delle ultime settimane, (la cui chiusura aprirebbe una fase ingestibile e irreversibile), i tagli alla produzione del maggiore stabilimento siderurgico europeo – che peraltro si riflettono nella mappa della produzione globale di acciaio, ponendo l’Italia al decimo posto- si fanno via via più drastici, evidenziando a chiare lettere un graduale depauperamento produttivo dello stabilimento, fortemente penalizzante non solo per Taranto ma per l’intero sistema pugliese.
Abbiamo degli strumenti a disposizione, delle misure che finora sono solo sulla carta ma sostengono le nostre azioni presenti e future: il Contratto Istituzionale di Sviluppo è in questo senso una certezza, ma da solo non basta. Oggi abbiamo bisogno che una voce forte ed autorevole si levi a sostegno di una nuova politica industriale: fatta di regole e di certezze ma anche in grado di potersi muovere in un clima totalmente diverso da quello in cui ha operato finora. Un clima di collaborazione che allontani definitivamente i focolai di ostilità; un clima di nuove prospettive che prendano il posto delle vecchie logiche e dei falsi preconcetti.
Abbiamo bisogno che questa forte proposizione, questa nuova politica industriale, parta proprio da Taranto, dalla Puglia e dal prossimo appuntamento che ci vedrà riuniti; da un territorio che si conferma paradigma purtroppo perfetto di un’Italia produttiva che però non è messa nelle condizioni di costituire un sistema manifatturiero stabile e di avere l’industria come punto di riferimento per il futuro. Ecco perché abbiamo accolto con grande favore la notizia del prossimo Consiglio Generale a Taranto: siamo sicuri che questo importante appuntamento segnerà un passo fondamentale nella battaglia che tutti insieme stiamo conducendo. Nell’auspicio, pertanto, di poter collaborare reciprocamente per il miglior esito dei lavori che si andranno a svolgere, ti ringraziamo e ti inviamo i nostri più cordiali saluti”.
Domenico Favuzzi (Confindustria Puglia)
Domenico De Bartolomeo (Confindustria Bari e BAT)
Giuseppe Marinò (Confindustria Brindisi)
Gianni Rotice (Confindustria Foggia)
Eliseo Zanasi (Confindustria Lecce)
Vincenzo Cesareo (Confidustria Taranto)
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