Auchan e Coop Estense a muso duro

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auchanTARANTO – Il gruppo Auchan non fa passi indietro: non saranno applicati gli ammortizzatori sociali ai 1345 dipendenti dichiarati in esubero in tutta Italia. La società sostiene che l’utilizzo di ammortizzatori sociali non può essere preso in considerazione perché non andrebbe a risolvere in maniera strutturale il problema. Soltanto in Puglia sono in ballo 143 lavoratori impiegati negli ipermercati di Modugno, Taranto e Mesagne. L’unica alternativa potrebbe arrivare con la mobilità volontaria. Auchan ha infatti previsto incentivi economici, estesi a tutti i 49 punti vendita presenti in Italia, per individuare dipendenti eventualmente interessati a un’uscita volontaria.

E’ quanto emerso ieri, al termine del nuovo incontro tenutosi a Roma tra i rappresentanti del gruppo francese e i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. Il prossimo incontro per la vertenza nazionale di Auchan è fissato, sempre a Roma, per il prossimo 10 giugno. Entro quella data l’azienda vaglierà le eventuali candidature per la mobilità. I sindacati, che invece puntano all’applicazione dei contratti di solidarietà, hanno chiesto che della vertenza se ne possa discutere nei tavoli regionali: l’azienda ha accettato, ma soltanto dopo le elezioni regionali perché non vuole che la vertenza diventi oggetto di campagna elettorale (questo sarebbe il motivo per cui l’altro giorno è saltato il tavolo previsto in Regione a Bari).

Auchan “beneficerà fino al 10 agosto 2015 di diversi trattamenti di integrazione salariale conseguenti alla stipula di contratti di solidarietà, ma per alcune delle sue sedi, è stato raggiunto il limite massimo di fruizione del trattamento di CIGS. Tali sedi, pertanto, potranno usufruire di un ulteriore periodo di integrazione salariale allorquando, nell’ambito della procedura di mobilità tutt’ora in corso, le parti concordino una gestione non traumatica degli esuberi di personale, sulla base del criterio della non opposizione al licenziamento”. Lo ha dichiarato ieri il sottosegretario al Lavoro, Franca Biondelli, rispondendo in aula alla Camera ad un’interpellanza urgente del Movimento 5 stelle relativo alla situazione di Auchan. Biondelli ha inoltre comunicato che il ministero dello Sviluppo economico, “espressamente interpellato per la parte di competenza, ha già manifestato la disponibilità ad aprire, ove richiesto, un tavolo di confronto tra le parti”.

E c’è stata invece una brusca interruzione, nella tarda serata di giovedì, al tavolo sindacale per l’esame congiunto della procedura di mobilità avviata da Coop Estense per 147 dipendenti dei punti vendita della Divisione Sud presenti nelle regioni Puglia e Basilicata. Per i sindacati di categoria Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs, “la cooperativa di consumo modenese – si legge in una nota – nonostante avesse conseguito risultati significativi in termini negoziali, che avrebbero certamente comportato una significativa riduzione del costo del lavoro e permesso l’integrale recupero delle 147 posizioni lavorative a rischio, nell’ultima parte del confronto durato più di un mese ha indugiato in un atteggiamento tattico che non agevola l’esito condiviso della procedura di mobilità, mostrandosi elusiva su due temi importanti quali il trattamento economico per il lavoro domenicale e festivo e i progetti sperimentali di esternalizzazione già in programma”.

In particolare, Coop Estense, spiegano i sindacati, “non ha avanzato una soluzione accettabile sul trattamento economico da applicare alle prestazioni domenicali e festive in alternativa alle attuali previsioni del contratto integrativo aziendale; l’impresa infatti vorrebbe non andare oltre le previsioni in materia del contratto collettivo nazionale”. “Le perplessità dei sindacati – dicono – riguardano anche la proposta relativa all’esternalizzazione delle attività del ‘grocery’ degli iper connotati da maggiori problemi in termini di risultato gestionale”. Per Fisascat, Filcams e Uiltucs, “tale operazione, per quanto presentata come una soluzione marginale e limitata al solo servizio di rifornimento scaffali da effettuarsi in orario notturno, se non opportunamente regolata potrebbe comunque creare degli esuberi fra i lavoratori dipendenti da Coop Estense attualmente impiegati in quelle attività”.

A questo punto, è lecito chiedersi quali saranno gli effetti della esternalizzazione, sia pure sperimentale, sul personale che in fascia oraria diurna si è finora occupato delle operazioni di rifornimento e se Coop Estense sia in grado di offrire loro una ricollocazione nell’ambito della propria organizzazione”, ha stigmatizzato il segretario nazionale della Fisascat, Vincenzo Dell’Orefice. “Faciliterebbe di molto il confronto negoziale – ha aggiunto il sindacalista – accantonare i tatticismi e riconoscere un trattamento economico, pur diverso dalle maggiorazioni retributive previste dal contratto integrativo aziendale, per il lavoro domenicale e festivo prestato nei negozi della Divisione Sud. L’impresa cooperativa – ha chiosato Dell’ Orefice – darebbe un segnale di attenzione importante ai lavoratori chiamati a farsi carico di un non trascurabile onere per il rilancio della rete commerciale di Estense in Puglia e Basilicata”.

In attesa di essere convocati dal ministero del Lavoro, considerato l’approssimarsi della scadenza del periodo previsto dalla norma per l’espletamento dell’esame congiunto della procedura di mobilità, Fisascat, Filcams e Uiltucs hanno deciso di proclamare una giornata di sciopero e mobilitazione con modalità di svolgimento da decidere a livello di singolo punto vendita. Gli annunci degli esuberi in tutte e 12 le strutture attive in Puglia e in quella di Matera erano stati comunicati dal presidente di Coop, Mario Zucchelli, il 19 febbraio direttamente ai giornalisti, senza aver informato i sindacati. A marzo la procedura di mobilità è partita per i 147 addetti dei reparti di grocery, cui si sarebbero aggiunti presto gli 80 delle pescherie, servizi destinati ad essere esternalizzati con conseguenti esuberi. La settimana scorsa Coop aveva presentato la proposta alternativa, che avrebbe consentito un risparmio di complessivi 2,6 milioni di euro in due anni grazie alla sospensione del contratto integrativo e all’esternalizzazione in via sperimentale limitata a tre strutture, senza licenziare alcun dipendente. La proposta è stata in parte ritirata.

Gianmaro Leone

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