La Riva FIRE va in liquidazione – Lo riporta la relazione di bilancio 2014

TARANTO – La Riva FIRE (Finanziaria Industriale Riva Emilio) è stata posta in liquidazione a seguito dell’azzeramento del capitale sociale a copertura della perdita d’esercizio riportata nel 2014. La notizia arriva dal sito specializzato Siderweb (che ci ha gentilmente concesso la possibilità di visionare il bilancio del 2014 della società) e dal ‘Sole24Ore’. Nella prima parte del bilancio, ben 36 pagine, viene ripercorsa tutta la vicenda che ha riguardato l’Ilva dall’estate del 2012 ad oggi, a cominciare dalle iniziative delle procure di Taranto e Milano, compresa dei passaggi principali dei vari decreti varati dai governi succedutisi dal dicembre 2012.

fot bilancioDopo di che, la relazione di bilancio vera e propria parte ricordando la scissione che avvenne tra il giugno e l’ottobre del 2012 dalla Riva FIRE con la nascita della Riva Forni Elettrici (di cui demmo notizia il 26 ottobre dello stesso anno). L’assemblea della holding capogruppo Riva FIRE, mercoledì 17 ottobre deliberò la scissione parziale e proporzionale della società a favore della controllata Riva Forni Elettrici (l’atto di scissione venne firmato il 19 dicembre dello stesso anno). Alla quale venne conferito il ramo di azienda relativo alla produzione e commercializzazione di prodotti lunghi, cioè le partecipazioni Riva Acciaio Spa (100%), Stahlbeteiligungen Holding (100%), Riva Energia srl (100%), Muzzana Trasporti Srl (90%) e Parsider S.A. (0,00001%). Alla Riva Forni Elettrici furono conferite riserve per 310,6 milioni, di cui 210,6 milioni come dotazione patrimoniale della controllata.

Dopo di che, tornando alle vicende della Riva FIRE, con il commissariamento dell’Ilva nel giugno del 2013, le linee di credito (sia nella forma tecnica dell’autoliquidante sia nella forma tecnica delle linee di primi rischio) inerenti all’attività di Ilva sono state trasferite ex lege, si legge nella relazione di bilancio, in capo alla stessa Ilva, con conseguente liberazione di Riva FIRE dal debito sottostante. Il che spiega il perché oggi l’azienda abbia crediti pregressi con le banche pari a quasi 1,5 miliardi di euro. In pratica, ciò che prima era “comune”, diventa un unicum dell’Ilva Spa: di cui i Riva si sono ben presto liberati. A questo punto, non è una bestemmia affermarlo, grazie soprattutto alle decisioni e agli interventi dello Stato.

Ciò nonostante, si legge sempre nella relazione di bilancio, il 19 luglio del 2013, davanti al notaio Renata Mariella di Milano, la Riva FIRE e l’Ilva Spa del commissario Bondi, stipulavano il contratto di affitto, tutt’ora vigente, attraverso il quale i lavoratori sotto contratto con la Riva FIRE, passavano alla società Ilva Spa (con conseguente onore sulle casse di quest’ultima) e alla sottoscrizione del contratto d’affitto del ramo d’azienda relativo ai prodotti piani con Ilva Spa.

Non solo. Perché nella relazione di bilancio si legge anche che la Riva FIRE nel bilancio 2013 registrava un residuo indebitamento verso il sistema bancario di circa 298 milioni di euro. Debiti che si accollava la neonata società Riva Forni Elettrici, la quale il 15 settembre 2014 effettuava il saldo del debito, esaudendo così la richiesta di rientro da parte dell’istituto di credito finanziatore. Motivo per il quale la Riva FIRE è oggi debitrice verso la Riva Forni Elettrici e non più verso il sistema bancario. Debito per il quale è stata poi concessa una dilazione “contrattualmente regolata”.

relazione ilva

 

 

 

 

Venendo ora ai dati prettamente economici, la perdita della Riva FIRE nel 2014 è stata pari ad oltre un miliardo di euro, “provocata da rettifiche di valore di attività finanziarie, tra cui le partecipazioni in ILVA spa e in Alitalia Spa”. Riva FIRE, commenta il sito Siderweb, “era diventata di fatto una scatola vuota, privata di importanti competenze, funzioni e professionalità a servizio delle società controllate a seguito della scissione del ramo d’aziende di sua proprietà relativo alla produzione di prodotti lunghi, trasferito a Riva Forni Elettrici Spa, e alla sottoscrizione del contratto d’affitto del ramo d’azienda relativo ai prodotti piani con ILVA Spa”. La situazione patrimoniale al 30 settembre 2014 “evidenziava una condizione debitoria complessiva pari a 493 milioni di euro, per oltre l’80% costituita dal suddetto debito nei confronti di Riva Forni Elettrici. All’attivo figuravano immobilizzazioni per circa 115 milioni di euro e crediti per 103 milioni di euro”.

Secondo i dati del bilancio 2014 analizzati dal ‘Sole24Ore’, la perdita di oltre un miliardo di euro porta il patrimonio societario netto (i mezzi propri) in terreno negativo per 333mi1a euro (la consistenza era di 727mi1a euro a fine 2013). Riva FIRE ha perso altri 514 milioni nel 2013 (nel 2012 l’utile è invece stato di 756 milioni, anche a seguito di eventi non ricorrenti, quali ad esempio il dividendo straordinario di 769 milioni incassato dalla controllata Stahlbeteilihungen holding Sa). Secondo l’analisi esposta nella relazione sulla gestione il valore del principale asset detenuto da Riva FIRE – vale a dire 1’87% di Ilva, direttamente per il 61,61% e indirettamente per il 25,38% attraverso la contrlla Siderlux – è oggi di circa 1,127 miliardi, dopo 1,4 miliardi di rettifiche negative negli ultimi anni. Tutto ciò ha portato il Cda, presieduto da Claudio Riva, a rinunciare alla ricapitalizzazione scegliendo la strada della liquidazione.

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Ma, stando a quanto si legge nelle conclusioni della relazioni di bilancio, non tutto “è perduto”. Solo nel caso in cui “il quadro complessivo subisse l’auspicata evoluzione positiva la società potrebbe essere richiamata dalla liquidazione”. L’evoluzione positiva, inutile nasconderselo o far finta di non capirlo, consta nel rientro del gruppo Riva nella gestione dell’Ilva: in quale percentuale e in che modalità non è dato sapere ancora oggi. Tutto ciò detto, Riva FIRE non esclude di agire per vie legali, “pur non avendo iscritto in bilancio crediti per le azioni che la società potrà intentare per i danni subiti a seguito dei provvedimenti ritenuti ingiusti di commissariamento di Ilva e di sequestro degli impianti che hanno determinato le perdite registrate da Ilva negli esercizi 2012,2013 e nei primi otto mesi del 2014”. Casomai qualcuno possa “ingenuamente” pensare che il gruppo Riva getti la spugna senza colpo ferire. La passione sarà ancora molto lunga. Auguri.

Gianmario Leone

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