Raccolta differenziata, cosa sta succedendo a Talsano?

porta porta talsano

TARANTO –  Riceviamo e pubblichiamo una lettera inviata da Concetta Musio, abitante di Talsano, aderente allo Slai Cobas.

Cumuli di spazzatura, andirivieni di camion con operatori che lavorano fino al tardo pomeriggio, cittadini allo sbando con le più svariate domande sul conferimento della spazzatura, code alle isole ecologiche. Invece della raccolta differenziata sembra di vivere uno scenario di “guerra”. Eppure lo avevamo detto e ridetto che si partiva con il piede sbagliato, come dice qualcuno: “è brutto avere sempre ragione”, mentre quei cervelloni che a tavolino hanno organizzato questa raccolta differenziata pensavano di avere ragione ma i fatti li hanno smentiti.

Infatti, come dicevamo, la gente che vuole collaborare è disinformata e corre a chiedere dettagli sul conferimento, altri se la prendono con “l’ultima ruota del carro – l’operatore –  altri ancora bypassano il problema e vanno a depositare i rifiuti dove una volta erano posizionati i cassonetti. Altri ancora depositano i rifiuti nel contenitore del vicino antipatico. Insomma accade davvero di tutto. Senza contare appunto che chi ha organizzato il servizio ne sa meno che niente. Fanno i generali sulla stampa e in televisione, ma poi i problemi se li devono risolvere i soldati con annessi e connessi.

Per il momento si tratta solamente di prolungare il lavoro di quasi il doppio delle ore di presenza, domani chissà cos’altro succederà. Ultimo e non ultimo, il problema del vetro: dove conferirlo, alle isole ecologiche? Ma i cittadini senza auto? E gli anziani? Ma per quale motivo un rifiuto cosi di largo consumo non deve avere contenitori distribuiti sul territorio considerando anche la sua  vastità.

Vogliamo ribadirlo: un servizio che potrebbe dare una svolta sostanziale a questo territorio, sia a livello di inquinamento che a livello lavorativo ed infine anche a livello economico, per i cittadini e per l’amministrazione, deve essere effettuato con i giusti criteri del porta a porta. C’è personale che,  seppur preparato (per aver fatto corsi di formazione nel 2011) non viene assunto. E’ un servizio che va fatto avendo un contatto diretto con i cittadini per guidarli gradatamente al cambiamento.

 

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