Ilva, Arpa Puglia risponde a Peacelink: “Picchi Ipa legati a traffico veicolare”

tamburi-57TARANTO – Da una parte c’è Peacelink, l’associazione presieduta da Alessandro Marescotti, che lancia un nuovo allarme Ipa (Idrocarburi Policiclici Aromatici) nella città ionica sostenendo che tali cancerogeni siano dieci volte superiori ai livelli del 2010 e tre volte superiori rispetto al tubo di scappamento di un’auto. Misurazioni effettuate con un rilevatore in possesso della stessa associazione. Dall’altra parte c’è Arpa Puglia, sollecitata da Peacelink a fornire chiarimenti sui picchi rilevati e sulla fonte emissiva. 

La risposta arriva da Roberto Giua, dirigente di Arpa Puglia e responsabile del Centro Regionale Aia:  “Nel caso dei picchi di IPA rilevati nella zona di via Alto Adige, in ore di elevato volume di traffico e con vento proveniente dal settore opposto rispetto all’area industriale, è verosimile una attribuzione prevalente dei picchi di IPA a sorgenti emissive veicolari; differente è il caso di centraline prossime all’area industriale, con vento proveniente dal settore nord-ovest, anche se – nel caso della centralina situata in via Orsini – la rilevante differenza fra i dati di IPA rilevati, rispetto a via Machiavelli, è verosimilmente da attribuirsi, anche in questo caso, a sorgenti veicolari”. 

Per quanto riguarda le possibili misure preventive da attuare, ove ritenute necessarie,  in concomitanza con la presenza di picchi di IPA, il dottor Giua suggerisce a Peacelink di rivolgere analoga richiesta alla ASL di Taranto, “data la sua specifica competenza in materia”. Infine, il dirigente spiega che “ARPA Puglia non pubblica sul proprio sito dati di inquinanti con cadenza oraria o bioraria, in quanto l’attuale struttura del portale non lo consente. Tuttavia, dato l’interesse dei dati di qualità dell’aria con cadenza temporale più ristretta, ARPA ha avviato un percorso di tipo informatico, al fine di consentire la pubblicazione di tali dati”.

Secondo Marescotti, “l’Arpa sostanzialmente non risponde e non fornisce i valori dei picchi di ieri registrati con la loro strumentazione. Non è stata fatta alcuna comparazione di dati. Inoltre Arpa dispone di sistema Doas e Lidar con cui è in grado di dire da chi dipende il picco di Ipa cancerogeni di ieri”. L’associazione ambientalista  sostiene che “l’effetto confondente del traffico veicolare nell’area da noi prescelta (zona Bestat) viene sostanzialmente annullato quando si colloca l’analizzatore Ipa a debita altezza e distanza dal traffico veicolare stesso, e noi abbiamo effettuato le misurazioni a distanze tali che con vento da Sud misuriamo valori che oscillano la 0 a 5 ng/m3 di Ipa, mentre quando siamo sottovento rispetto a Ilva (come stamattina) i valori oscillano fra 20 e 40 ng/m3”. 

Da segnalare, infine, che la spiegazione arrivata dal dottor Giua sulle responsabilità del traffico veicolare in determinate vie cittadine, era già stata fornita a  InchiostroVerde dal dottor Gianluigi De Gennaro, dirigente di Arpa Puglia, e dal professor Giorgio Assennato, direttore generale dell’agenzia,  in un articolo pubblicato lo scorso 20 agosto. Clicca qui.

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