Ilva, Greco: “Bisogna rendere possibile il trasferimento in Italia dei fondi sequestrati”

greco sebastioTARANTO –  I capitali finora sequestrati ai Riva che potrebbero essere  usati per l’Ilva se fatti rientrare in Italia ammontano a 1,2 miliardi. Cifra che però potrebbe arrivare fino a 2 mld grazie ad “alcune tracce investigative” in corso della procura di Milano. Lo hanno spiegato in audizione in commissione Industria al Senato, il procuratore aggiunto di Milano, Francesco Greco, e il sostituto, Stefano Civardi.

Parlando dei filoni di indagine Greco ha spiegato che “il primo ha come riferimento la questione dello scudo fiscale operato da un trust di cui Emilio Riva era beneficiario. Si tratta di 1,2 mld circa di cui 1 mld circa sono rimasti in Svizzera a Zurigo ma sono sostanzialmente italiani e sono stati sequestrati su incarico al Fondo unico Giustizia e altri 200 mln sono già in Italia in gestione a Banca Aletti e sono già nella disponibilità concreta del Fondo unico giustizia”.

Greco ha, comunque, sottolineato l’esigenza di modificare il nuovo decreto per l’Ilva per rendere effettivamente possibile il trasferimento dei capitali attualmente all’estero.  Il provvedimento varato da Governo “sembrerebbe aver abrogato” il comma 11 quinques del precedente decreto 62/2013 (il primo decreto sull’Ilva, quello che stabiliva «Nuove disposizioni urgenti a tutela dell’ambiente, della salute e del lavoro nell’esercizio di imprese di interesse strategico nazionale»),  che consentiva il trasferimento delle risorse con adeguate garanzie. Da qui il suggerimento di rimediare al problema con un emendamento da approvare in sede di conversione in legge.

Entrando nel merito delle questioni ambientali, il procuratore capo di Taranto Franco Sebastio ha parlato di un nuovo filone di indagine avviato dalla Procura ionica: «Il nostro ufficio è stato fatto oggetto di una serie sterminata di denunce, esposti, segnalazioni giunte da più fonti, rapporti dei Carabinieri del Noe e relazioni di Arpa Puglia. La tesi che si sostiene è che lo stabilimento, così come viene gestito, continua sostanzialmente a produrre gli stessi fatti di grave inquinamento oggetto dell’attuale procedimento penale». E proprio in merito a quest’ultimo, il procuratore capo ha detto che l’udienza preliminare dovrebbe giungere a conclusione nella prossima tarda primavera.  (A. Cong)

 

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