Tumori, la sfortuna c’entra ma non è cieca: contano anche i fattori ambientali

TARANTO Riceviamo e pubblichiamo una nota a cura del dottor Giuseppe Aralla e della dott.ssa Raffaella Trovato, biologi di Taranto Respira.

cancerE’ stato recentemente pubblicato su Science un interessantissimo articolo di due ricercatori, Cristian Tomasetti e Bert Vogelstein, del Department of Oncology di Baltimora, USA dal titolo “Variation in cancer risk among tissues can be explained by the number of stem cell division”. Questa pubblicazione stravolge le più diffuse teorie che indicavano, al netto dei fattori ereditari, lo stile di vita e il contatto con agenti mutageni (inquinanti, alimenti e sostanze tossiche) quali principali responsabili dell’aumento del rischio di cancro.

I due ricercatori di Baltimora affermano che è invece il caso, la sfortuna ad essere la principale responsabile dei tumori. O meglio, più che la sfortuna, la statistica. Infatti, i tumori, generalmente, si originano a causa delle mutazioni del DNA cellulare. Queste mutazioni possono avvenire per mezzo di fattori estrinseci (agenti mutageni, inquinanti, sostanze tossiche, virus) o intrinseci (errori nella replicazione del DNA durante la divisione cellulare).

Nello studio pubblicato su SCIENCE si dimostra che il rischio di sviluppare tumore è proporzionale al numero di cellule staminali in divisione nei vari organi e tessuti. Le staminali sono particolari e preziose cellule indifferenziate del nostro organismo che sono capaci di specializzarsi a seconda dei tessuti in cui si moltiplicano. Tomasetti e Vogelstein hanno calcolato il numero di cellule staminali in divisione nei vari tessuti, arrivando alla conclusione che il cancro dipende per il 65% circa proprio dal rischio intrinseco di mutazione durante la divisione cellulare.

In particolare, fra i tumori che risentono più della presenza di staminali che si dividono c’è quello del colon, della pelle, del polmone, del fegato; mentre tra quelli che ne risentono meno per il minor numero di staminali presenti c’è quello del pancreas, del duodeno, dell’esofago, del testicolo. Come possiamo spiegarci allora, alla luce di questo studio, la maggior incidenza di tumori rispetto alla media nazionale a Taranto? Verrebbe subito da pensare che siamo particolarmente sfortunati nel nostro territorio se è vero che è principalmente il caso a provocare i tumori.

Ci pensano i due ricercatori ad aiutarci a capire e interpretare i dati che indicherebbero un aumento dell’incidenza di tumori a Taranto. Infatti, i fattori esterni, inquinamento o cibi contaminati per esempio, incidono maggiormente nei tumori sviluppatisi in tessuti in cui vi e’ una maggior presenza di staminali. E non certo per pura combinazione, nello studio SENTIERI, si riportano le maggiori incidenze di tumore proprio dei distretti in cui le staminali sono in maggior numero (polmone, fegato mesotelio, cute, rene, ecc.). Sfortuna, quindi, quella dei tanti malati di tumore di Taranto, ma non di certo legata al caso… La sfortuna non e’ cieca e un aumento del rischio sanitario anomalo ha delle cause ben individuabili anche nei fattori ambientali.

LINK: http://www.sciencemag.org/content/347/6217/78

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