Taranto, tornano i 68 milioni di euro per la bonifica dei Tamburi?

Ilva - tamburi

tamburiTARANTO – Durante la giunta regionale di ieri, è arrivata a sorpresa la presa d’atto e la ratifica dell’accordo di programma quadro settore aree urbane “Città” nell’ambito del fondo di azione e coesione 2007-13 delibera CIPE 92/2012 per la riqualificazione del quartiere Tamburi a Taranto. Una storia, quella dei fondi per i Tamburi, che si trascinava da sette lunghi anni e che, forse, pare avere imboccato la via giusta. Per fare ordine, dobbiamo ritornare indietro al 13 luglio del 2007. Quel giorno infatti, fu sottoscritto a Roma dalla Regione Puglia e dai Ministeri dell’Economia e delle Infrastrutture il primo atto integrativo del “Progetto Coordinato per il risanamento quartiere Tamburi di Taranto” rimodulato dal Comune di concerto con la Regione Puglia e i Ministeri per un importo complessivo di 49 milioni e 400 mila euro. Motivazione dell’intervento, siamo nel 2007, “l’elevatissimo tasso di inquinamento del quartiere, il che comporta urgenti interventi di caratterizzazione e bonifica del sito e successivo monitoraggio”: un programma che già all’epoca era considerato “profondamente complesso”.

Una settimana dopo, viene approvato, con delibera di Giunta regionale n. 1071/07, lo schema di “Accordo di Programma Quadro Città Regione Puglia – 1° atto integrativo nell’ambito del Progetto coordinato per il risanamento del Quartiere Tamburi di Taranto”. Con lo stesso atto deliberativo, veniva istituita una cabina di regia per il coordinamento del suddetto progetto ed in particolare per la realizzazione di edilizia residenziale pubblica a completamento del progetto coordinato di risanamento del Quartiere Tamburi. L’Accordo di Programma Quadro fu pubblicato nel Bollettino Ufficiale regionale n. 104 del 20 luglio 2007. Pochi mesi dopo però, arriva il dietrofront. Siamo nel mese di ottobre. Per le risorse delle aree sottoutilizzate 2004/2007 la Regione prevede un definanziamento e una rimodulazione delle risorse. Le risorse per le aree sottoutilizzate provengono dalla delibera CIPE n. 20/04 e sono ripartite tra i settori di intervento individuati con atto deliberativo n. 1886/04.

La Giunta però, propone l’annullamento dell’intervento coordinato per il risanamento del quartiere Tamburi di Taranto, inserito nell’Accordo di Programma Quadro Città, “considerata l’impossibilità di assumere impegni giuridici vincolanti entro il 31 dicembre 2007, data fissata dalla stessa delibera CIPE”. Conseguentemente, propone di riallocare queste risorse “all’interno di altre proposte utili presentate dai Settori di intervento individuati, secondo lo schema contenuto nel provvedimento n. 1557/07”. Infine, la Giunta stabilisce di assicurare la copertura integrale del progetto di risanamento Tamburi in sede di rimodulazione delle delibere CIPE n. 35/05 e n. 3/06 entro l’1/12/2007. Il provvedimento di Giunta n. 1557/07 viene pubblicato nel Bollettino ufficiale regionale n. 144 del 10 ottobre 2007.

Da subito divampano le polemiche. Specialmente dai consiglieri regionali tarantini del centro destra, visto che siamo nel primo mandato di Nichi Vendola. L’assessore dell’epoca Barbanente, il 4 ottobre 2007 specifica che in realtà la decisione della Giunta regionale viene incontro all’esigenza del Comune di Taranto di avere più tempo per appaltare i lavori, “proprio a causa del pesante dissesto finanziario ereditato dall’amministrazione di centro-destra guidata da Rossana Di Bello”, e che la deliberazione assunta “garantisce il finanziamento dei 49,400 milioni di euro destinati alla riqualificazione del quartiere” prevedendo testualmente “di assicurare l’integrale copertura del Progetto coordinato per il risanamento del quartiere Tamburi di Taranto in sede di rimodulazione delle delibere CIPE n. 35/05 e n. 3/06”.

Nell’aprile del 2008, l’assessore Barbanente (Assetto Territorio) e Francesco Saponaro (Bilancio), tornano sull’argomento. Assicurando che il progetto “è stato ampliato per garantire la sua fattibilità nella parte relativa alla ristrutturazione degli alloggi attraverso la costruzione di nuove residenze destinate ad accogliere gli abitanti; non a caso le dimensioni finanziarie passano da 49 a 78 milioni di euro”.

Nel 2008 secondo la Regione sono già disponibili 10 milioni di euro per gli interventi immediatamente cantierizzabili, utilizzando le risorse della Delibera CIPE n.3/2006. Per il restante fabbisogno finanziario invece, si sarebbero utilizzate parte delle risorse FAS assegnate alla Puglia per il ciclo 2007-2013 (circa 3,2 miliardi di euro). Ciclicamente però, la polemica sull’argomento divampa. Anche perché passi avanti non se ne vedono. Siamo nel dicembre del 2008, ed ancora una volta è la Barbanente ad attaccare a testa bassa i consiglieri tarantini di centro destra. Rivendicando “gli atti amministrativi che hanno disincagliato il ‘Progetto coordinato per il risanamento del quartiere Tamburi’ dalle secche nelle quali lo avevano infilato la Giunta Fitto e l’affine Amministrazione comunale tarantina”.

Secondo la Regione Puglia infatti, quest’ultimi avevano messo a punto un programma “che mai avrebbe potuto superare il vaglio ministeriale per palese incompatibilità dei relativi contenuti con i regolamenti della delibera CIPE 2004”. Per questo la giunta regionale deliberò “il definanziamento dell’intervento Progetto coordinato per il risanamento del quartiere Tamburi” con l’impegno di finanziarlo con le prime risorse utili. Cosa che appunto avvenne il 18/07/2008, data di approvazione della delibera 1342, con la quale sono stati assegnati al quartiere Tamburi di 10 milioni di euro, in attuazione della delibera CIPE n. 3 del 22 marzo 2006, per l’avvio della realizzazione del “Progetto coordinato per il risanamento del quartiere Tamburi” e stabilendo che la restante parte degli interventi, ammontanti a 68.609.235,12 di euro fosse inclusa nel nuovo ciclo di programmazione a valere sulle risorse per le aree sottoutilizzate (FAS).

Il progetto dunque, prevedeva uno stanziamento complessivo di 78.609.235,12 euro, superiore ai 49 milioni di euro precedentemente disponibili. Questo al fine di consentire “la realizzazione del complesso degli interventi previsti, ivi compresi gli alloggi destinati a ospitare le famiglie residenti nelle case parcheggio e negli immobili a ridosso dell’Ilva dei quali il progetto prevede la demolizione”. All’epoca inoltre, il progetto veniva dato in fase attuativa: l’Atto integrativo del Progetto relativo alla delibera CIPE n. 3/2006 era stato firmato presso il Ministero dello Sviluppo Economico il 1 agosto, e le somme erano quindi oggi a disposizione del Comune di Taranto per la realizzazione dei primi interventi, consistenti nella struttura mercatale, in opere di urbanizzazione e servizi nell’ambito del sottoprogetto n. 4, oltre che in opere di caratterizzazione e indagini preliminari, necessarie per la realizzazione degli interventi da finanziarsi con i restanti 68 milioni. Per questi ultimi mancava la sottoscrizione dell’intesa interistituzionale tra Governo nazionale e Regione Puglia, condizionati dalla vicenda della programmazione delle risorse FAS.

Passa quasi un anno ed arriviamo all’ottobre del 2009. Quando la Barbanente ritorna sull’argomento dopo nuove polemiche provenienti sempre dai consiglieri tarantini di centro destra. Ancora una volta è la Barbanente, sempre competente al ramo, a rispondere. Ricordando questa volta una delle tante velleità degli atti d’intesa sottoscritti dalle istituzioni e dai Riva, definiti poi anni dopo dal gip Todisco “la più grande presa in giro” della vicenda del siderurgico tarantino.

In pochi ricorderanno infatti che nell’ambito dell’atto di intesa del 2003, il primo a cui seguirono quelli del 2004, 2005 e 2006, si previde lo stanziamento di 56 milioni di euro, per realizzare un’opera quanto meno sui generis: un muraglione, al di là della superstrada Brindisi-Grottaglie, alto 50 metri e lungo 1,5 chilometri, che avrebbe dovuto “ridurre l’impatto inquinante dei parchi minerari dell’Ilva (con fondi pubblici, su suolo pubblico)”. Un’opera per la giunta Vendola “palesemente irrealizzabile anche dal punto di vista tecnico oltre che dannosa per il quartiere”.

E ugualmente irrealizzabile era il programma finanziato con la delibera CIPE n. 20/2004, che non consentiva di finanziare interventi residenziali. La Regione ribadisce ancora una volta come abbia erogato 10 milioni di euro, “oggi concretamente utilizzabili”, e stanziato 68 milioni nella programmazione dei fondi FAS esplicitamente destinati a Tamburi. Il problema resta che il Governo Berlusconi ancora nel diembre del 2009 non rendeva disponibili questi fondi FAS che la Regione Puglia aveva richiesto sin dal mese di aprile.

Passano i mesi, gli anni. E poco o nulla cambia. Ancora nell’aprile del 2011 infatti, la Regione non riesce ad ottenere i 68 milioni di euro necessari per finanziare i grandi progetti con risorse FAS 2007/2013. Fondi destinati alle politiche di sviluppo territoriale e ripartiti per l’85% nel Mezzogiorno e per il 15% nel Centro-Nord. Che però il nuovo governo Berlusconi trasforma da conto capitale a spesa corrente (ove sono compresi i 640 milioni erogati alle amministrazioni comunali di Roma e Catania) e dirottati dal Sud al Centro-Nord (per chi ha memoria si ricordi il caso delle quote latte?). Dunque quei fondi previsti e stanziati, in realtà non ci sono mai stati. La Barbanente però, sempre nell’aprile del 2011 afferma che “sono in corso lavori per circa 5 milioni di euro finanziati con la delibera CIPE di 10 milioni destinati a Taranto con provvedimento della Giunta Regionale”.

Chiediamo al Comune di Taranto: di quali lavori si tratta? Come sono stati spesi quei famosi 10 milioni di euro? Mistero. Del caso, non se ne parla più per anni. A dire il vero lo scorso anno la Regione Puglia aveva comunicato di aver ottenuto nuovamente le risorse della delibera CIPE dal Governo e che gli interventi programmati sarebbero stati finalmente realizzati dopo ben 7 anni. Poi ieri, improvvisamente, ricompare l’atto della Regione Puglia. Stiamo sempre parlando delle risorse destinate alla riqualificazione delle aree urbane che rivengono dal fondo di coesione e sviluppo 2007-2013 e che sono state stanziate dal CIPE due anni fa. 68 milioni così divisi: 47 milioni per la rigenerazione del quartiere Tamburi; 10 milioni per nuovi interventi di edilizia sociale residenziale; 500.000 euro per attività tecniche di supporto. Che dovranno andare ad aggiungersi a quelle previste per la riqualificazione energetica delle cinque scuole del rione Tamburi; ed anche, ma questo è ancora da appurare, alle somme previste dal “Piano Città” inerenti la foresta urbana e l’edilizia residenziale (24 milioni di euro).

Sarà la volta buona per vedere realizzato qualcosa di utile e costruttivo per questa città? La domanda è quanto mai lecita, visto che, ancora oggi, dopo 12 anni dai primi atti d’intesa il mostro d’acciaio è ancora lì. Con tutto quello che ne consegue per la salute e l’ambiente. Staremo a vedere. Ieri è tornata a Taranto la neve dopo tantissimi anni. Sarà un buon presagio? Chissà. Nel frattempo, buon anno. “La vita è fatta di rarissimi momenti di grande intensità e di innumerevoli intervalli. La maggior parte degli uomini, però, non conoscendo i momenti magici, finisce col vivere solo gli intervalli” (Friedrich Wilhelm Nietzsche, Röcken, 15 ottobre 1844 – Weimar, 25 agosto 1900).

Gianmario Leone (TarantoOggi, 31.12.2014)

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