Bonifica mar Piccolo, la Corbelli invita O.PE.RA – Palumbo (Agci Pesca): “No a dragaggio e capping”

emilio palumboTARANTO«Noi siamo favorevoli alla rigenerazione naturale del primo seno di mar Piccolo e al blocco delle fonti di contaminazione ancora attive. Bocciamo tutti quei metodi – dal dragaggio al capping – che possono alterare o danneggiare ulteriormente l’ecosistema marino». Emilio Palumbo, rappresentante locale di Agci Pesca, ribadisce una posizione nota da tempo, ampiamente condivisa dalla categoria dei mitilicoltori. «Ci farebbe piacere incontrare quanto prima Vera Corbelli, il commissario per le bonifiche di Taranto e Statte, per spiegarle le nostre esigenze. Abbiamo inviato la prima richiesta di incontro ad agosto, senza però ricevere risposta, eppure siamo noi quelli più toccati dall’emergenza. Intanto, lei ha già incontrato Comune, Provincia, Confindustria». Qualcosa, però, potrebbe smuoversi nei prossimi giorni.

La Corbelli ha invitato per il prossimo 5 dicembre, alle ore 12, in Prefettura, i rappresentanti di O.PE.RA., rete tra numerose associazioni del territorio, che a fine ottobre aveva richiesto un incontro al commissario per le bonifiche per affrontare le tematiche legate al mar Piccolo e al comparto mitilicolo, messo in ginocchio dall’inquinamento del primo seno. Alla Corbelli  verrà presentato un documento contenente alcune proposte:  la creazione di un distretto europeo delle bonifiche, l’adozione di biorimedi per il risanamento ambientale e il coinvolgimento di O.PE.RA. nella Cabina di Regia. 

 E ieri, in Prefettura, si è tenuta una riunione della Cabina di Regia, dalla quale è emersa la necessità di allargare il raggio di azione degli interventi, anche in termini di dotazione finanziaria,  per poi decidere come attuare la bonifica del mar Piccolo. Almeno tre le modalità di intervento in campo: il dragaggio, il capping (copertura dei fondali) oppure l’evoluzione naturale assistita. Ipotesi, quest’ultima che comporterebbe minori rischi da un punto di vista ambientale.

Ma a preoccupare Palumbo sono anche altre criticità storiche riguardanti la mitilicoltura, a cominciare dalla regolarizzazione delle concessioni di coloro – una ventina di aziende – che operano in mar Grande e nel secondo seno di mar Piccolo: «Purtroppo sussiste ancora una forma di ostruzionismo da parte dell’ufficio comunale preposto a queste pratiche. Ci auguriamo che l’iter venga reso più spedito per arrivare finalmente al traguardo e dare serenità al comparto». Da tenere sotto osservazione anche i lavori del  Tavolo  istituzionale sulla mitilicoltura insediatosi ai primi di novembre. «Nei giorni scorsi c’è stata una prima riunione – spiega Palumbo – ora bisogna vedere che frutti darà». 

Intanto, si lavora anche su un altro fronte: attingere risorse finanziare  dal Fondo Europeo per la Pesca – Modalità attuative – Misura 3.1 – Azioni collettive tramite il Ministero delle Politiche agricole. «Potremmo fare qualcosa di utile per la nostra marineria – conclude Palumbo – dalle aree nursery per incrementare la produzione ittica fino ad arrivare ad investimenti nell’e-commerce, settore che ci vede ancora indietro. Non abbiamo neanche una piattaforma digitale». Insomma, ancora tanta strada da fare per un settore che dovrebbe essere la priorità di una evoluta e saggia classe politica e dirigente. Che qui non c’e’.

Alessandra Congedo

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