Ilva, Guidi: “Saldata buona parte dei crediti ai fornitori” – Ma i leghisti protestano: penalizzate ditte del Nord


guidiTARANTO
– Il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, è stata protagonista oggi pomeriggio, nell’aula di Montecitorio, di un question time che prevedeva anche una risposta all’interrogazione dell’on. Emanuele Prataviera (Lega Nord) ed altri.  Nell’interrogazione,  si mettevano in evidenza le esigenze delle ditte dell’indotto Ilva con un occhio di riguardo per quelle del Settentrione, che secondo i deputati leghisti sarebbero state finora penalizzate nel pagamento dei crediti. 

Si faceva presente che “in base a documenti pubblicati anche sul sito internet della società,  dal 19 settembre 2014, sarebbero in corso i pagamenti dei fornitori dell`Ilva che hanno la sede nella provincia di Taranto. La scelta appare agli interroganti di dubbia legittimità ed inspiegabilmente lesiva dei basilari principi di eguaglianza dei creditori, a maggiore ragione se perpetrata da un commissario di nomina governativa e, come riportato dal sito su istanze di «autorità istituzionali e religiose» e con il placet di Confindustria, per far fronte allo stato di crisi, che sta colpendo tutto il Paese e non certo la sola provincia di Taranto”. 

pratavieraAl ministro veniva quindi chiesto quali misure intendesse assumere, anche per il tramite del commissario, “per garantire uguaglianza di trattamento a tutte le aziende che lavorano con l’Ilva, indipendentemente dalla loro sede geografica, e in quali modi e tempi saranno saldati i debiti pregressi verso tutti i fornitori”.  Questa la risposta data poco fa dalla Guidi:  “Nelle passate settimane, il commissario Gnudi ha provveduto a saldare buona parte dei crediti vantati dalle imprese che hanno lavorato nello stabilimento di Taranto. Le restanti disponibilità – ha detto dopo aver ricordato che dalle banche è stata erogata una prima tranche da 125 milioni del prestito ponte da 250 – sono state usate per pagare i salari e gli oneri connessi per saldare i crediti vantati dalle piccole aziende maggiormente in sofferenza, e questo a prescindere dalla loro collocazione geografica”.

Una risposta che non ha convinto il deputato leghista: “Lei ha detto che non c’è un criterio territoriale, non è affatto vero. Guardi i comunicati stampa fatti dal commissario Gnudi dove si parla di pagamento dell’indotto delle aziende tarantine, in barba a tutti i criteri di eguaglianza tra i creditori. Le posso garantire che il 60% della imprese dell’indotto sono del Nord e loro non hanno alcuna garanzia sul pagamento. E’ un dato molto sconfortante. Quella del governo è una posizione inetta “.

Intanto, ieri sera si è tenuta una riunione nella sede di Confindustria Taranto in cui si sarebbe fatto il punto dopo la decisione assunta dal gip di Milano che ha sbloccato i fondi dei Riva per destinarli al risanamento ambientale degli impianti. In base a quanto ci è stato riferito, tra gli imprenditori locali appartenenti all’indotto Ilva si respirava un clima di maggiore fiducia e serenità. Nel pomeriggio di oggi, è intervenuto il presidente di Confindustria Bari e Bat Michele Vinci:  “Ci aspettiamo ora che la parte strutturale del piano ambientale si ponga anche l’obiettivo di portare benefici all’economia del territorio attraverso il coinvolgimento delle imprese locali – ha detto – vorrei rivolgere a tutti i soggetti coinvolti un invito a velocizzare i procedimenti e a dare corso ad un piano che dia lavoro e futuro prima di tutto al nostro territorio. Un piano che preveda da un lato interventi immediati, che salvino l’acciaieria e il suo indotto, e, dall’altro, operazioni di più  ampio respiro, che creino nuove opportunità economiche per le imprese del luogo, in un’ottica sostenibile”.

Alessandra Congedo

 

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