Delitti ambientali, Legambiente chiede modifiche al Senato

TARANTORiceviamo e pubblichiamo nota stampa di Legambiente.

ilvaIn relazione al Disegno di Legge sui Reati Ambientali nel Codice Penale, in discussione al Senato, ed in seguito a notizie apparse sulla stampa precisiamo che la posizione di Legambiente è chiara a tutti i livelli: da anni ci battiamo per l’inserimento dei reati ambientali nel Codice penaleSul testo attualmente in discussione al Senato  richiediamo modifiche che definiscano in modo chiaro ed incontrovertibile alcuni aspetti  controversi e rendano perseguibili con la massima efficacia tutti i reati contro l’ambiente. Compresi ovviamente quelli perpetrati a Taranto.

Così si legge nel testo della lettera del 14 maggio del presidente nazionale di Legambiente ai componenti le Commissioni Ambiente e Giustizia del Senato“Il testo di legge che state discutendo – come abbiamo avuto modo di sottolineare nelle settimane scorse – presenta alcune lacune ed è sicuramente perfettibile. Sottoponiamo a tal proposito alla vostra attenzione alcune nostre proposte di modifica migliorative del testo approvato dalla Camera dei deputati(evitando ad esempio di restringere il campo di applicazione dei nuovi delitti solo alle violazioni alla normativa a tutela dell’ambiente; garantendo ancora la possibilità di contestare il disastro cosiddetto innominato; riformulando la definizione di disastro ambientale)”.

Inviamo,  allegati, il testo degli emendamenti presentati da Legambiente in data 14 maggio alle Commissioni Ambiente e Giustizia del Senato, e – in calce – la lettera di accompagnamento firmata dal presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza. Ci limitiamo ad aggiungere che, notoriamente,  un’associazione è rappresentata dal suo presidente effettivo e non dai presidenti “onorari”, che sono tali per i meriti e per il ruolo che hanno avuto in passato. Vale anche per Legambiente. Ribadiamo l’assoluta indipendenza dell’associazione da qualunque forza politica, come oltre 30 anni di storia e prese di posizione che non hanno fatto sconti a nessuno dimostrano. A chiunque la conosca.

Legambiente Taranto

ATTO SENATO N. 1345, RECANTE ‘DISPOSIZIONI IN MATERIA DI DELITTI CONTRO L’AMBIENTE’

Gentili Senatori delle Commissioni Ambiente e Giustizia,
l’inserimento dei delitti contro l’ambiente nel Codice Penale è una riforma di civiltà indispensabile per il nostro Paese per poter combattere con strumenti efficaci la criminalità ambientale. E’ dal 1994, anno di presentazione del primo Rapporto Ecomafia, che Legambiente evidenzia tale necessità. L’approvazione del disegno di legge “Disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente”, già approvato dalla Camera il 26 febbraio scorso, è un passo necessario e urgente per colpire con pene adeguate chi specula e guadagna impunemente ancora oggi danneggiando l’ambiente, facendo concorrenza sleale alle imprese che rispettano la legge, e mettendo a rischio la sicurezza, la salute dei cittadini e l’economia sana. Tra processi finiti male, reati prescritti e inchieste mai avviate, dal nord al sud dell’Italia, i territori colpiti da grave inquinamento ambientale rimasti senza colpevoli sono troppi: da Marghera a Pitelli, da Quirra alla Valle del Sacco fino alla Terra dei fuochi, solo per citare gli esempi più noti.

Il testo di legge che state discutendo – come abbiamo avuto modo di sottolineare nelle settimane scorse – presenta alcune lacune ed è sicuramente perfettibile. Sottoponiamo a tal proposito alla vostra attenzione alcune nostre proposte di modifica migliorative del testo approvato dalla Camera dei deputati (evitando ad esempio di restringere il campo di applicazione dei nuovi delitti solo alle violazioni alla normativa a tutela dell’ambiente; garantendo ancora la possibilità di contestare il disastro cosiddetto innominato; riformulando la definizione di disastro ambientale).

Crediamo che in questo momento sia fondamentale approvare al più presto il disegno di legge, evitando allungamenti dei tempi e un ennesimo fallimento, come già avvenuto nelle precedenti legislature, che si trasformerebbe in un imperdonabile regalo alle ecomafie. Se il Senato lo approvasse celermente si darebbe una risposta tangibile alle angosce di tanti cittadini e alle preoccupazioni di molte aziende virtuose, si darebbe un segnale di speranza e un indirizzo di cambiamento culturale al Paese e si introdurrebbe un efficace deterrente per chi lucra inquinando l’ambiente. La preghiera che vi rivolgiamo è di fare presto e di non stravolgerlo, mettendo a rischio un’ulteriore e celere approvazione della Camera. Non possiamo rimanere ancora con un Codice Penale per cui l’inquinamento ambientale è “getto pericoloso di cose” e il disastro ambientale è “altro”. Siamo certi che saprete dare seguito all’interesse generale del Paese. L’Italia non può più aspettare.

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