Ilva, primo trimestre in crescita

ILVA NUOVANel primo trimestre del 2014 i volumi di vendita dell’Ilva sono ammontati ad oltre 1,8 milioni tonnellate, con un incremento di oltre il 60% rispetto al primo trimestre 2013 (non significativo per le vicende societarie), e del 6% rispetto all’ultimo trimestre del 2013. E’ quanto emerge dalla relazione del Commissario straordinario dell’Ilva di Taranto secondo cui “la marcia dell’impianto di Taranto è stata negativamente influenzata da una serie di fermi per rotture, riconducibili a carenza di interventi di manutenzione negli anni passati”.

Nel documento si segnala anche “una accentuata debolezza dei ricavi in diminuzione di oltre il 3% nel primo trimestre 2014 rispetto ai già sacrificati valori dell’ultimo trimestre 2013”. Per il settore dell’acciaio italiano il 2013 non è stato un anno facile con una produzione di 24 milioni di tonnellate ben lontano dai record storici del 2006-2007 di 27-28 milioni e il 2014 ripeterà i volumi dello scorso anno. Nel primo trimestre dell’anno in corso si è assistito a un aumento della produzione legato, da una parte a un +5% sui prodotti lunghi e, dall’altro, al confronto con i primi tre mesi del 2013 che hanno pagato il blocco dell’Ilva, come evidenziato ieri da Federacciai.

Le rilevazioni periodiche effettuate dalla Arpa di Puglia nel Rione Tamburi di Taranto, adiacente allo stabilimento Ilva, dimostrano una presenza di sostanze inquinanti nell’aria significativamente inferiori ai limiti fissati dall’Unione Europea. Dati che appaiono in continuo progressivo miglioramento”. Si legge anche questo nella terza relazione del Commissario straordinario, Enrico Bondi. “Ulteriori miglioramenti sono da attendersi in virtù dei significativi investimenti, già attuati o programmati, ai fini dell’adempimento delle prescrizioni previste dall’Aia. Emerge chiaramente da tale documento come le concentrazioni di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) misurati come Benzo(a)pirene e come IPA totali, siano in costante decremento”, prosegue la relazione.

Si è riusciti ad ottenere una riduzione delle emissioni visibili delle cokerie attraverso l’implementazione di opportune misure gestionali e manutentive, nonché con il rispetto delle prescrizioni introdotte dal decreto di riesame dell’Aia, come ad esempio l’incremento delle ore/uomo delle operazioni di registrazione delle porte dei forni delle batterie (fino a 600 nei giorni di wind day)”. “Sempre nell’ottica del miglioramento continuo delle prestazioni ambientali degli impianti di cokefazione – viene osservato nel documento – sono in corso attività di sperimentazione di nuovi sistemi e nuove procedure, volte all’ulteriore contenimento delle emissioni visibili”. Quanto alla questione sicurezza, l’azienda fa sapere che “come già avvenuto nell’ultimo trimestre del 2013, anche il primo trimestre del 2014 è caratterizzato dal progressivo miglioramento degli indicatori normalmente utilizzati (indice infortuni indennizzati, indice infortuni invalidanti e indice di gravità) che si posizionano, tutti, ben al di sotto della media di settore e al di sotto degli obiettivi fissati dai singoli stabilimenti”.

L’Ilva ha, inoltre, individuato “un modello standard minimo di formazione trasversale per i propri dipendenti, cui le imprese aggiudicatrici dovranno uniformarsi. Tale standard formativo minimo – si fa presente nella relazione trimestrale – che verrà richiesto da Ilva alle imprese all’atto di sottoscrizione delle condizioni generali di contratto, è stato peraltro, d’intesa con Confindustria Taranto, integrato in un progetto formativo destinato ai dipendenti delle imprese aderenti al Fondo Interpersonale Fondimpresa”.

dal TarantoOggi del 21 maggio 2014

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